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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

Il problema

La CEI vuole una pastorale senza dottrina

È uno dei tanti effetti del pastoralismo teologico, ossia del rovesciamento dei rapporti tra dottrina e pastorale. Vedi la Settimana sociale di Trieste (luglio 2024) e le sue conseguenze. Speriamo in un cambio di rotta con Leone XIV.

Dottrina sociale 11_06_2025

La pastorale sociale della Chiesa ha bisogno di avere alle spalle la sua Dottrina sociale. La cosa sembra ovvia, eppure da tempo non è più così, e si pretende di fare pastorale sociale senza Dottrina. È uno dei tanti effetti del pastoralismo teologico, ossia del rovesciamento dei rapporti tra dottrina e pastorale, per cui oggi a guidare il carro dovrebbe essere la seconda e non la prima. Tra le speranze suscitate dal rilancio della Dottrina sociale che Leone XIV sembra avere in mente c’è anche questa, che dottrina e pastorale tornino al loro posto.

Un esempio molto evidente di pastorale senza dottrina è quanto avviene dopo la Settimana sociale di Trieste (luglio 2024). Se ne occupa anche l’ultimo numero di Aggiornamenti sociali, la rivista dei Gesuiti di Milano, con una intervista a Sebastiano Nerozzi, presidente del Comitato organizzatore delle Settimane, fatta dal direttore Giuseppe Riggio SJ (alle pp. 393-400).

È molto istruttivo dare uno sguardo alle Schede metodologiche predisposte dal Comitato organizzatore allo scopo di alimentare un lavoro che possa continuare nel tempo. Si possono vedere in settimanesociali.it. Li elenco qui brevemente: 1. Linee di metodo per vivere le esperienze delle “piazze della democrazia”; 2. Incontri per scambio di buone pratiche; 3. Come creare nel proprio territorio spazi espositivi e di incontro; 4. Incontro di esperienze di amministratori di ispirazione cristiana; 5. Collaborazione in rete di cittadini per diffondere la cultura della partecipazione; 6. Coinvolgimento delle amministrazioni locali per esperienza di partecipazione dei giovani; 7. Creare comunità energetiche; 8. Percorsi di formazione sull’alfabeto della partecipazione.

Chiunque può vedere che non esiste nessun riferimento ad una formazione sistematica alla Dottrina sociale della Chiesa. I cattolici che dovessero partecipare ad iniziative seguendo queste Schede metodologiche cosa sanno della Dottrina sociale? Sanno, almeno, cosa essa pensi della democrazia, dato che il processo cominciato a Trieste riguarda proprio questo tema? Sanno cosa intende la Dottrina sociale per bene comune? La partecipazione è un assoluto o ha delle condizioni e dei limiti? Fare rete, partecipare, fare esperienza, mettere in atto buone pratiche, organizzare esposizioni e incontri, coinvolgersi e coinvolgere… sì ma per cosa e, soprattutto, con quali idee in testa? Ossia con quale Dottrina sociale della Chiesa?

Stefano Fontana