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La Cattedrale dell'Assunta a Teramo

Il Duomo di Teramo, dedicato all'Assunta, è stato costruito nel XII Secolo. Notevole la tavola centrale del polittico, l'Incoronazione di Maria, di Jacobello da Fiore e l'Antipendium, del XV Secolo, che illustra il Vangelo.

Cultura 26_04_2014
Incoronazione di Maria

L’Incoronazione di Maria è la tavola centrale del polittico del Duomo di Teramo, ultima fatica del maestro Jacobello del Fiore, autorevole firma della pittura tardogotica veneziana. L’immagine del borgo turrito tra due fiumi, adottata come logo della locale università, compare sotto le figure del Cristo in trono e della Vergine, circondate nelle altre quindici formelle da santi che spiccano sul fondo oro. Si tratta di una delle opere d’arte più preziose qui custodite, pala d’altare della cappella barocca intitolata a S. Berardo, patrono della città abruzzese.

La costruzione della Cattedrale, dedicata all’Assunta, venne avviata nel 1158, di seguito alla distruzione di Teramo e della chiesa metropolitana per mano del conte Roberto di Loretello nel 1155. I lavori si conclusero nel 1176 ma da allora si verificarono numerosi interventi di restauro. Con la sua imponente mole a il campanile alto 48 mt, è da sempre imprescindibile punto di riferimento della vita, non solo religiosa, cittadina, come testimoniano i merli ghibellini, segno di potere temporale, aggiunti nella parte superiore della facciata. Quest’ultima, austera e maestosa, di forma rettangolare, è rivestita nella zona inferiore da conci di pietra e preceduta da un’ampia scalinata che si sviluppa per tutta la sua larghezza. Il frontespizio fu oggetto di significative trasformazioni in epoca tardo medievale quando venne aggiunto il bellissimo portale marmoreo, opera del maestro Diodato il cui nome si ricorda nelle tessere di mosaico smaltato dell’architrave, insieme all’anno di esecuzione, 1332. Gli archi a tutto sesto strombati sono sormontati da una cuspide gotica che conferisce slancio al poderoso impianto romanico.

Lo spazio interno mostra evidentemente le diverse fasi costruttive, essendo costituito da tre corpi di fabbrica non perfettamente allineati. Quella più antica è la parte anteriore, a tre navate scandite da archi a tutto sesto sorretti da colonne. Il nucleo gotico, con volte ogivali, interessa, invece, la zona presbiteriale. All’incrocio tra i due si innesta la cappella del patrono della città, l’unica ad avere conservato la decorazione barocca, essendo stato tutto il resto dell’edificio spogliato degli orpelli settecenteschi e ricondotto al sobrio aspetto originario.

Di pregevole fattura resta il paliotto dell’altare maggiore, altrimenti noto come Antipendium. Capolavoro dei oreficeria e cesellatura è costituito da una serie di lamine d’argento fissate su un supporto di legno di quercia e suddivise in trentacinque formelle ottagonali che raccontano, a rilievo o a tutto tondo, episodi della vita di Gesù che, al centro, campeggia in atteggiamento benedicente, circondato dagli Evangelisti e Dottori della Chiesa. Opera del maestro orafo Nicola da Guardiagrele, che vi lavorò dal 1433 al 1448, è di immediata lettura e si presenta, dunque, come una preziosa Bibbia Pauperum attraverso la quale divulgare, anche tra le persone più semplici, le verità del Vangelo.