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UNA PROPOSTA SBAGLIATA

La castrazione chimica non è la soluzione per lo stupro

L’idea di procedere alla castrazione chimica come pena per lo stupro è da respingere, sia perché la pena deve consistere in una privazione di libertà sia perché lo stupro nasce solo in parte da una pulsione sessuale, anzi spesso è originato dal sadismo. Per prevenire lo stupro occorre l’etica, vietando anzitutto la pornografia.

Attualità 07_04_2019

Nel mio libro La realtà dell’orco spiego i quattro gradi dello stupro. Il primo livello: un uomo solo, stupro della donna e limite alla violenza al minimo indispensabile per ottenere il coito. Secondo livello: lo stupro sadico. Lo stupro di gruppo è sempre uno stupro sadico. Lo stupro etnico è sempre uno stupro sadico. Terzo livello: la donna subisce lesioni. Quarto livello: la donna non sopravvive allo stupro.

La castrazione chimica non è la soluzione per lo stupro, per due motivi. Primo motivo: in una nazione decente la punizione di qualsiasi crimine, per quanto efferato sia, consiste nella perdita di libertà: il corpo del condannato non può e non deve essere toccato. La castrazione chimica sarebbe un terribile esempio di quello che in sociologia si chiama finestra di Overton, vale a dire l’eccezione, il caso limite ed emotivamente carico, che permette a un comportamento aberrante di essere accettato. L’atto medico sul corpo del condannato è aberrante. Si comincia così e inevitabilmente si finisce con l’elettroshock e i neurolettici per i dissidenti. Elettroshock e neurolettici sono già stati usati per punire lo psicoreato, il fatto che in Unione Sovietica qualcuno non amasse il partito.

Qualcuno ha già ventilato cure psichiatriche obbligatorie per lo psicoreato di islamofobia: è successo in Francia per Marine Le Pen. In altri Paesi, più pazzerelli del nostro, qualcuno sta proponendo cure psichiatriche obbligatorie per l’imperdonabile psicoreato: l’omofobia. Battute a parte, le regole etiche devono essere rigide. La regola che l’unica punizione per i rei nei Paesi decenti sia la perdita della libertà deve essere rigida. Alterare l’equilibrio endocrino di una persona è un gesto grave, con conseguenze imprevedibili, per esempio la depressione e il suicidio, come avvenne per il matematico Turing, sottoposto a castrazione chimica, oppure un incarognimento generale con aumento del sadismo, com’è avvenuto in alcuni casi nelle nazioni dove la castrazione chimica è prevista.

La medicina serve per curare i malati, non per creare patologie nei sani. Capisco perfettamente che il crimine può essere talmente ripugnante che viene istintivo invocare una misura che dà l’illusione di risolvere il problema, sia pure in maniera drastica. Quello che è necessario è la certezza della pena e la severità della pena, ma la pena non può mai essere diversa dalla perdita di libertà.

Il secondo motivo è che lo stupro solo in parte nasce da una pulsione sessuale. Nella stragrande maggioranza dei casi nasce da una pulsione sadica. La pulsione sadica, ripeto, non è minimamente diminuita dalla castrazione chimica, anzi puoi ulteriormente incarognirti. Nella trasmissione di giovedì 4 aprile su Rete 4, Diritto e rovescio, è stato raccontato il terribile caso di Giulia. Giulia è stata stuprata con uno strumento metallico che le ha causato gravi lesioni. È verosimile che il suo aggressore fosse sotto effetti di vasocostrittori, cocaina oppure metanfetamina, non più in grado di avere un’erezione. È anche verosimile che l’uso di strumenti costituisca la maniera con cui l’individuo incapace di erezione sfoga la sua frustrazione della mancata erezione.

Nel massacro del Circeo la giovane donna sopravvissuta, Donatella Colasanti, racconta come i suoi due aguzzini Izzo e il suo complice non l’abbiano violentata in quanto incapaci a mantenere l’erezione. Il medico congolese Denis Mukwege, premio Nobel per la pace nel 2018, riferisce lesioni apocalittiche dei genitali femminili, inflitte con gli strumenti più atroci. Qui lo stupro non risponde a una pulsione sessuale: la pulsione sessuale porta alla masturbazione. Lo stupro risponde a una forma di odio: odio verso le donne, odio verso un’etnia diversa dalla propria, odio verso una classe sociale diversa dalla propria. Le pene devono essere severe e senza nessuna possibilità di riduzione nel caso di stupro sadico, stupro di gruppo, che è sempre stupro sadico, e stupro etnico, dove la causa sta nella diversità di etnia tra aggressore e aggredita.

Quello che è necessario dopo lo stupro, sia per evitarne altri, sia per rieducare la persona che l’ha compiuto, sia perché la vittima possa sentire su di sé la giustizia, è una pena severa e certa, applicata da tutti i magistrati con le stesse modalità. La pena deve essere moltiplicata nello stupro sadico. E nello stupro etnico.

Per prevenire lo stupro occorre l’etica, che qualcuno ricominci a insegnare «Non desiderare la donna d’altri», la donna che non ti ha scelto. Anche solo desiderarla è materia di peccato mortale, perché il crimine è talmente atroce che anche solo pensarci è un peccato. La sessualità maschile è come una pallina su un piano inclinato, dopo che ha preso velocità è difficile fermarla. Viene detto solo ai maschi perché loro hanno il testosterone e la forza fisica per imporre la loro sessualità contro la volontà della vittima. Poi occorre contrastare seriamente e non per burla, condannando anche il consumo, l’uso di cocaina e metanfetamina. Queste due sostanze aumentano la crudeltà, fanno scomparire la percezione delle conseguenze delle proprie azioni. Chi si mette in condizioni di essere maggiormente crudele, deve essere punito per questo.

Occorre vietare la pornografia, che è sempre più sadica e sempre più basata sullo stupro. E anche nei pochi casi in cui non sia sadica, la pornografia addestra il cervello a pensare alle donne come cose. Una volta addestrato il cervello è difficilissimo tornare indietro. Una volta vietata la pornografia, è evidente che riuscirebbe a passare da canali vietati, ma sarebbero appunto canali vietati, con l’eterno rischio di beccarsi qualche multa. Si avrebbe la percezione che sia qualcosa di non normale. La pornografia modifica le linee del cervello, non è pensabile che sia permessa. Le vittime possono diminuire il proprio infinito dolore e ricominciare a vivere grazie alla tecnica EMDR, una tecnica che permette l’elaborazione del trauma in tempi brevissimi. E con la pena giusta e certa dell’aguzzino, che è un passaggio fondamentale perché le vittime possano riprendere la loro vita.