La bellezza della fede, conversazioni sul credere
Nove interviste a consacrati e laici che toccano le tematiche della santità, dei carismi, dello Spirito Santo, della famiglia di Nazareth, dell’essere nel mondo senza essere del mondo. Ecco il libro del giornalista e psicologo Emiliano Tognetti, La bellezza della fede.
Quando si pensa o si nomina la fede, la mente e le parole spesso si dirigono spontaneamente solo su concetti legati ai comandamenti, ai limiti, ai doveri, ai riti, oppure si focalizzano sull’istituzione ecclesiastica contemplata nel suo aspetto meramente umano. In ogni caso, quasi sempre aleggia un odore di vecchio, di stantio, come se la fede fosse un orpello del passato che poco ha a che vedere con il mondo di oggi e, forse ancora di più, con le persone di oggi. E questo vale tanto per chi non crede, e magari prova anche astio verso la Chiesa e tutti i suoi insegnamenti, quanto - purtroppo - per una frangia di credenti, che vivono una fede essenzialmente “di facciata”.
Eppure, la fede è tutt’altro che un orpello. La fede è bellezza, ha sintetizzato il giornalista e psicologo Emiliano Tognetti, che ha scelto proprio questo titolo per il suo libro (Graphe.it edizioni), che verrà presentato al Salone del Libro di Torino il prossimo sabato 21 maggio dalle 12 alle 13 e i cui proventi ricavati dalla vendita andranno, al netto delle spese, alla missione moldava del Rinnovamento nello Spirito Santo, che a Chișinău sta ospitando in prima linea molti ucraini.
La bellezza della fede – Conversazioni sul credere, oggi si compone di nove interviste che hanno proprio lo scopo di andare a mostrare come, al di là della retorica, questa bellezza possa veramente farsi carne nella vita di ogni credente... se solo si lascia lo spazio a Dio di agire. A parlare sono voci diverse, sia per storia di vita, sia per età, sia per vocazione e missione all’interno della Chiesa e del mondo. Tra i consacrati, troviamo impegnati a dialogare con Tognetti il cardinale Angelo Comastri, già vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro; il cardinale Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia; don Luigi Maria Epicoco, sacerdote, teologo e scrittore; e suor Chiara delle Suore Francescane Minime del Sacro Cuore.
Accanto a loro, una coppia di sposi nota nel mondo televisivo italiano, ossia il conduttore televisivo Alessandro Greco e l’attrice, già Miss Toscana e finalista a Miss Italia 1994, Beatrice Bocci, con la loro testimonianza controcorrente anche rispetto al tema della castità; Matteo, giovane ventiquattrenne che ha incontrato la fede grazie a una professoressa; Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo; Paolo Curtaz, teologo e scrittore; ed Ernesto Olivero, fondatore a Torino del Servizio Missionario Giovani (Sermig).
Dalla collezione di interviste emergono considerazioni molto varie e interessanti, che toccano le tematiche della santità, della paura di abbandonarsi alla fede, dei carismi, dello Spirito Santo, della famiglia di Nazareth, dell’essere nel mondo senza essere del mondo, della carità, della misericordia. Ma il libro di Tognetti offre anche un altro “valore aggiunto”, ossia lo stimolo a interrogarsi in prima persona: che cos’è la fede per me? Come vivo io il mio essere cristiano? Domande “scomode” perché costringono a guardarsi dentro (e fuori, perché la fede passa anche all’esterno) e a interrogarsi con umiltà. Ma anche domande imprescindibili per vivere veramente da figli amati, e quindi da persone libere, per poter essere «luce del mondo» e «sale della terra».
Come scrive don Giovanni Berti nella prefazione: «In questo bel libro di interviste sulla fede mi piace ripensare a Gesù che per primo fa un’intervista ai suoi discepoli a Cesarea di Filippo. Gesù porta i suoi amici lontano dal centro religioso di Gerusalemme, in questa regione molto a nord, e fuori da tutto e tutti fa loro un paio di domande dirette e precise: “La gente, chi dice che io sia? Ma voi, chi dite che io sia?” (Mc 8, 27.29), che possiamo ritradurre così: “Chi sono io per voi... per te?”. Sembra che a Gesù non interessi molto la risposta immediata e perfetta “da catechismo”, ma il fatto che i discepoli sentano questa domanda sempre risuonare nelle loro teste e nei loro cuori».