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LETTERE

La battaglia sulla Cirinnà non sia solo in Parlamento

Non basta la politica. Occorre che la società intera faccia sentire, forte, la sua voce, nei molti modi che la vita e le circostanze ci consentono. Molti testimoniano con la loro vita la bellezza del matrimonio e della famiglia. “Un vero soldato non combatte perché ha di fronte a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha alle sue spalle qualcosa che ama”. (G.K. Chesterton)

Family Day 2015

Caro direttore,

tanti auguri per il 2016, anche se l’anno inizia subito con molte questioni calde. In questo contesto, Ti faccio pervenire copia della lettera che ho spedito in questi giorni ad Alfano e ad alcuni autorevoli membri dell’NCD.

“Carissimi,

sui c.d. “diritti civili”, constato quanto segue:

Il Premier continua a parlare del ddl Cirinnà, persino nella sede totalmente impropria della Borsa di Milano e lo fa anche se precisa che si tratta di una iniziativa parlamentare e non del Governo. Ma se è così, perché ne continua a parlare come Premier? Grave scorrettezza istituzionale.

Il Premier si avvale, per far passare le leggi che gli interessano, di più maggioranze variabili e sa benissimo che il ddl Cirinnà (e il ddl Scalfarotto) passerà con il voto di parte della opposizione.

Come fa un partito come l’NCD, che sostiene con molta lealtà il Governo, accettare che avvengano le cose descritte ai punti precedenti, tra l’altro su questioni di storica e basilare importanza per il futuro della nostra società? Come potete accettare di dare i voti ad una maggioranza che, appena serve, si rivolge anche ad altri, senza alcun pudore ed, anzi, dicendolo apertamente? Non pensate che ne vada della dignità politica del partito?

Per favore, non nascondetevi dietro il dito del voto segreto di coscienza: sapete benissimo che, per quella via, il ddl passerà a larga maggioranza e, quindi, non credo che questa via possa sistemare la nostra di coscienza.

Mi pare che, di fronte a tutto ciò, occorra uno scatto di forza politica che ci rimetta al centro di una proposta che rispetti la nostra storia millenaria e che vada incontro al vero sentire del nostro popolo. Non possiamo accettare supinamente una rivoluzione antropologica che i nostri nipoti ci rinfacceranno: in particolare, i cattolici non possono essere compartecipi di un disegno che tende ad annientare la grande tradizione cristiana e quindi veramente umana. Renzi oggi ha detto che su queste tematiche noi siamo i fanalini di coda dell’Europa. E’ falso. Solo una minoranza di Paesi europei prevede il matrimonio gay (di questo si tratta, al di là dei giochi nominalistici). Confido che l’NCD abbia il coraggio di andare fino in fondo in questa battaglia: eventuali sacrifici di oggi ci premierebbero domani.

Buona battaglia e buon anno”.

Naturalmente, non basta la politica. Occorre che la società intera faccia sentire, forte, la sua voce, nei molti modi che la vita e le circostanze ci consentono. Molti pregano per il buon fine di questa questione e fanno bene. Molti testimoniano con la loro vita la bellezza del matrimonio e della famiglia tra uomo e donna e Dio li benedica. Molti svolgono una preziosa azione culturale, per dare le ragioni condivisibili a difesa dell’istituzione famiglia e fanno bene. Molti, tra cui il tuo giornale, mettono in atto un’azione di informazione capillare, affinché tutti sappiano con piena coscienza quali sono i veri problemi in ballo e speriamo che questa azione possa continuare sempre più alacremente, prima che la legge liberticida voluta da Scalfarotto impedisca la libertà di pensiero e di opinione. Molti si apprestano a mettere in atto anche manifestazioni pubbliche pacifiche, affinché sia l’opinione pubblica che la politica sappiano che il nostro popolo non condivide le aberrazioni che il pensiero unico collettivo vorrebbe imporre ideologicamente a tutti. Tutto questo “movimento” in atto serve ad accrescere la nostra autocoscienza e, speriamo, il consenso popolare a quanto da noi sostenuto.

In questi giorni, un amico mi ha segnalato una frase del grande Chesterton, che mi aiuta molto nell’affrontare in pace le attuali sacrosante battaglie: “un vero soldato non combatte perché ha di fronte a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha alle sue spalle qualcosa che ama”.

Preghiamo che Dio ci conceda sempre di vivere con questo atteggiamento.