Khelif, se fosse uomo o donna
Se Khelif fosse geneticamente un uomo non potrebbe gareggiare con le donne. Viceversa sì anche con tassi di testosterone elevati.
Manlio Converti, psichiatra e presidente di Amigay aps, si pronuncia sul caso Carini- Khelif, che ha visto la nostra pugile ritirarsi.
All’Adnkrons afferma: «L'inclusione è molto più importante di una differenza fisica lieve che può essere paragonata a quella tra le diverse etnie: un africano in alcune discipline è senza dubbio avvantaggiato rispetto a un cinese ma a nessuno verrebbe in mente di non farli competere. Al di là del caso specifico le differenze ormonali tra esseri umani -sono un continuum tra il femminile e il maschile, qualunque sia il patrimonio cromosomico e genetico. E' molto più importante garantire a chiunque la partecipazione. Più che criteri di esclusione dobbiamo inventarci dei criteri di inclusione. L'alternativa è creare medaglie per ogni differenza di genere e per ogni etnia perché, ripeto, c'è una 'gradazione' cromosomica e ormonale che avvantaggia, rispetto allo sport alcune etnie».
Cerchiamo di fare chiarezza. Se si accertasse che Khelif ha cromosomi XY – come afferma l’IBA – significherebbe che è un uomo e che quindi non può partecipare ad incontri con le donne. Poco rileverebbe che fosse affetto ad esempio dalla sindrome di Morris: negli uomini colpiti da questa sindrome non c’è corretta trasmissione del carattere maschile a tutte le cellule, arrivando a casi in cui mancano il pene e i testicoli e al loro posto possiamo trovare la vagina (ma non l’utero e le ovaie). Il soggetto rimarrebbe uomo seppur le sembianze sarebbero assolutamente femminili. Dunque il criterio del tasso di testosterone, indicato dal CIO, non dovrebbe avere diritto di cittadinanza, ma solo il criterio cromosomico.
Se invece fosse donna, ben per lei avere tassi di testosterone elevati: significherebbe un vantaggio naturale al pari di quegli atleti che fisiologicamente e addirittura geneticamente sono più resistenti o più veloci o più forti o più reattivi etc.
Tornando al presidente Converti, le due categorie maschile e femminile esistono proprio perché fisicamente il sesso maschile è diverso da quello femminile e sarebbe ingiusto far gareggiare uomini nelle discipline femminili. Quindi non dobbiamo trovare nuovi criteri di inclusione affinchè più uomini gareggino contro le donne, ma ripristinare i criteri di esclusione in riferimento ai transessuali.
Infine il paragone “sesso- etnia” non regge, perché, sebbene sia vero che alcune etnie siano più forti in alcune discipline, queste differenze naturali devono rientrare nella divisione anch’essa naturale per sessi delle competizioni sportive. È questa differenza quella radicalmente determinante ai fini sportivi, perché prima siamo uomini e donne e poi caucasici, africani, asiatici.
Infine è scientificamente errato affermare che esistano gradazioni cromosomiche, anche laddove il termine gradazione venisse messo tra virgolette come ha fatto il dott. Converti: o si è XX o si è XY. Cromosomi in più del genere X o Y non mutano l’appartenenza sessuale e non rendono le persone più donne o più uomini.