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TRA LE RIGHE

Johnny Cash. The man in black.

Un libro rilegge la conversione di uno dei più grandi cantautori statunitensi. Una storia potente di caduta e di redenzione. «Voce, chitarra e fede sono l'unico bagaglio per guadare il fiume del millennio».

Tra le righe 30_07_2011
Binaghi - Johnny Cash

Valter Binaghi è una voce talmente poliedrica che si fatica a stargli dietro. Fatica pure l’editoria, sempre bisognosa di appiccicare etichette. Studioso di controcultura e critico musicale negli anni Settanta, insegnante di filosofia e storia per tre decadi, cantante blues e romanziere con sette titoli alle spalle, blogger instancabile e impenitente, padre di famiglia che condivide con moglie e figli l’avventura della scrittura, infine autore – con Giulio Mozzi – del recente saggio 10 buoni motivi per essere cattolici (Lantana 2011)… ce ne sarebbero, da dire.

Ci si può però limitare a due titoli diversissimi quanto contigui, usciti lo scorso anno. Il primo è il romanzo I Custodi del Talismano  (Sottovoce, pp. 237, euro 13,50), tra le cose più belle che la narrativa italiana si sia vista consegnare negli ultimi anni. Binaghi gioca spesso con la letteratura di genere. E combina il puro gusto della lettura con architetture simboliche articolate. Finora aveva privilegiato il noir, con I Custodi del Talismano ci conduce nella terra franca tra romanzo storico e racconto fantastico. Al centro un mitico Talismano, una rozza coppa sigillata da un coperchio che andrà aperta solo quando il Male sferrerà l’attacco finale contro l’umanità. Cosa il Talismano sia, non lo sapremo mai: farà la sua comparsa tra le mani di un druido due secoli prima di Cristo, per poi riapparire a un generale dell’esercito dell’imperatore Giuliano e infine mostrarsi, per un’ultima volta, a un monaco rinnegato del IX secolo. A ogni custode la fine della propria epoca apparirà come la fine del mondo. Nessuno di loro aprirà il Talismano.

Il romanzo è tutto qui: non nello svelamento – e dunque svilimento – del mistero, ma nella necessità di conservarlo e tramandarlo. Pure in mezzo a sconvolgimenti che scuotono l’essenza stessa dell’uomo. Crollano la fede negli dèi, le virtù degli eroi, la conoscenza degli speziali. Pare un decadimento senza fine. Eppure qualcosa permane, custodito e trasmesso da una generazione all’altra. Una speranza universale e senza nome. La pagina finale – di quelle che non si dimenticano – suggerisce che anche l’individuo più intimamente annichilito dalla malizia della storia può trovare un motivo di vita nel volto di chi viene dopo di lui.

E veniamo al secondo titolo, che è una biografia musicale. Cosa avrà da spartire un romanzo come I Custodi del Talismano con la biografia di Johnny Cash (1932 - 2003), la stella polare dei cantautori statunitensi? C’entra eccome, perché questo volume nasce da un incontro tra generazioni. Gli autori stavolta sono due – Valter e Francesco Binaghi –, padre e figlio uniti dalla passione indistruttibile per la musica. Quella di Johnny Cash è una storia potente di caduta e redenzione che Francesco, liceale appassionato di heavy metal, scopre vedendo una videoclip su YouTube: quella di Hurt, bilancio scarno e autentico di un’esistenza vissuta a fondo. Chi è quel vecchio canuto vestito di nero che, con sola voce e chitarra, riesce a trafiggere orecchie e cuore? Segue la scoperta di altrettante pietre miliari: A Satisfied Mind, Solitary Man, Unchained, The Beast in me, The Mercy Seat, The Man comes around

Infine nasce l’idea di scrivere un libro insieme: Francesco traduce le canzoni, Valter racconta la storia del loro autore: Johnny Cash, non un uomo del passato, ma «l’unico sopravvissuto di un secolo chiassoso e luccicante». Come? «Voce, chitarra e fede: un bagaglio leggero, forse l’unico possibile per guadare il fiume del millennio».


Valter e Francesco Binaghi
Johnny Cash. The man in black. Testi commentati
Arcana, 2010, pagine 267, euro 18,50