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LAMENTO SUL BEL PAESE

Italia cara, perché ci vogliamo così male?

L’Italia che non ha voluto avere problemi è subissata di problemi. Quanti hanno voluto imporre una loro particolare idea di uguaglianza hanno ottenuto il contrario: o ritroviamo la speranza nella vittoria sulla morte che Cristo ci ha conquistato o la nostra vita sarà spazzata via.

Libertà religiosa 22_08_2016
Il Gay Pride a Roma

Le cose vanno che peggio sarebbe difficile immaginare a cominciare dall’economia che non riparte: siamo praticamente gli ultimi o quasi. Una denatalità che ci condanna all’estinzione. Un presidente del consiglio chiacchierino che sembra non sapere più da che parte girarsi. L’unica cosa che è riuscita bene al decisionista-rottamatore Renzi – a parte la sbandierata proclamazione dell’unicità italiana che non spiega però in cosa consista - è l’aver imposto a colpi di voti di fiducia sia alla camera che al senato la conquista del simil-matrimonio omosessuale. A seguito della dichiarazione (spavalda? goliardica?) di non aver giurato sul vangelo ma sulla costituzione.

Il dramma dei migranti che si trasforma in un bengodi per alcuni che ci guadagnano mentre i più poveri di noi sono sempre più poveri, senza nessun aiuto e senza nessun prelato che li difenda. La barzelletta che i soloni della sinistra non vogliono migranti a casa loro (a Capalbio, per esempio). Il mondo dell’informazione che lascia allibiti: qualche sera fa al tg2 hanno dedicato tempo, sorrisi, primi piani e delicatezza nel mostrare quanto felici sono due donne lesbiche una delle quali vincitrice di medaglia. Una vera e propria sponsorizzazione della vita senza drammi e senza problemi, senza morte in agguato, che sarebbe propria del mondo di chi si accoppia con compagni dello stesso sesso.

Possibile che ci siamo ridotti a questo punto di idiozia? Cosa impedisce al nostro cervello di ragionare? I vescovi d’altronde si compiacciono di raccontare storielle edificanti sulla misericordia divina che, grazie ad Abramo e alla sua intercessione, evita di castigare Sodoma.

E’ un mondo alla rovescia. In questi giorni a Fabriano i fratelli di comunità ospitano due seminaristi ucraini –che vivono della più totale carità - venuti in Italia per imparare l’italiano: vedono nella possibilità di aiutarli l’occasione di servire in loro Gesù e l’evangelizzazione e fanno a gara a cucinare i migliori pranzi di cui sono capaci. Perché la contentezza di sé sta nel fare le cose semplici, le cose che hanno un senso.

Un’Italia unica, piena di bellezza, dalla civiltà urbana più ricca che sia possibile immaginare, questa Italia anno dopo anno ha dimenticato se stessa e, dopo la contestazione, è scivolata nel regno delle strade morte: dei desideri folli. Del pensiero che sia possibile vivere bene pensando solo a se stessi, alle vacanze, all’eliminazione delle difficoltà rompendo i matrimoni alle prime difficoltà, lasciando i figli unici e soli, esigendo che la cosiddetta società risolva tutti i problemi del nostro vivere quotidiano. Dopo qualche decennio questo tipo di civiltà di cartapesta si è spezzato, perché essendo morte le persone è morta anche l’economia. Perché anche i figli e i nipoti degli imprenditori hanno pensato solo ad incassare soldi vendendo le imprese a cinesi, arabi, francesi, in modo da non avere problemi di sopravvivenza.

L’Italia che non ha voluto avere problemi è subissata di problemi. Quanti hanno voluto imporre una loro particolare idea di uguaglianza hanno ottenuto il contrario: nelle scuole dove la promozione è obbligata altrimenti il preside e i professori passano guai, nella scuola di inseganti trasformati in burocrati, in questa scuola restano e resteranno solo i figli di chi non ha soldi per mandare la progenie in scuole di eccellenza che sempre più si diffonderanno e sempre più costeranno. La subcultura di sinistra ha soffocato lo spirito degli italiani. La gnosi, le consorterie massoniche e malavitose, hanno occupato tutti gli spazi del vivere civile togliendo l’anima. Aspirando l’anima, portandola via. L’anima italiana è cattolica. Da quasi due millenni. O ritroviamo la speranza nella vittoria sulla morte che Cristo ci ha conquistato (con tutta la pace e il realismo che questo comporta), con la consapevolezza che non ci sono scorciatoie, che la vita è molto dura e che le scelte sbagliate si pagano care; o la smettiamo di pensare alla “felicità” di qualcuno che vuole vivere con altri dello stesso sesso come se questa fosse una conquista di civiltà e favole simili, o la nostra vita sarà spazzata via.

Dopo tanta libertà e tanta uguaglianza ci sono segnali che vengono dai paesi che pure hanno imposto questa deriva antropologica che le cose potrebbero cambiare. Il presidente Hollande che fa visita al papa, per esempio, è un fatto inimmaginabile fino a qualche mese fa quando la Francia voleva imporre al vaticano di essere rappresentata da un ambasciatore omosessuale. Chissà che anche da noi qualcuno non si svegli. Cattolici e prelati compresi.