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UN FUGGI FUGGI INGIUSTIFICATO E DANNOSO

Ischia senza turismo, l'unico abusivo è il buon senso

A Ischia in occasione del sisma si è letto di 27mila abusi edilizi, senza però spiegare che si tratta in molti casi di piccoli interventi, che, forse, con una burocrazia meno «italiana» sarebbero stati realizzati senza abusi. Ora, il problema è che l’isola grazie al battage mediatico, ha un’economia letteralmente in ginocchio.

Cronaca 26_08_2017

Adesso che, per così dire, le bocce ischitane sono quasi ferme dopo il fattaccio del terremoto, vien voglia di stilare un bilancio complessivo. Non di quel che è successo, fin troppo noto, ma di ciò che si è visto in tivù e sui media. La prima cosa che salta all’occhio è l’accorrere di giornalisti da ogni dove. Soprattutto dall’Italia, per ovvi motivi: due povere vittime, gente rimasta senza casa. Ora, poiché negli alberghi dell’isola (e non solo) la televisione quasi mai è sintonizzata sulla Cnn, bensì sui canali nazionali, da qui l’assalto ai traghetti. Tutti i turisti in fuga.

Il terremoto ha colpito solo Casamicciola, e solo in un paio di quartieri. Eppure, Ischia, che ha altri cinque comuni, si è svuotata in una mattina. Cinque altri comuni nei quali del terremoto non si sono neanche accorti, come mi ha confermato una telefonata a un amico in loco. Comprensibile la paura dei turisti, ma l’isola non è piccolissima; tuttavia il panico non dà modo di riflettere sul fatto che un terremoto non si allarga più di tanto. Così, il vero danno il movimento tellurico l’ha fatto all’economia isolana, che letteralmente vive di turismo (ci va anche Angela Merkel a fare i bagni termali intorno a Pasqua). Ora, il turismo, da quelle parti, ha il brutto vizio di manifestarsi solo nei mesi caldi. E meno  male che siamo nel Mezzogiorno, e i mesi caldi o almeno tiepidi sono cinque o sei. Così, l’ischitano in cinque-sei mesi deve guadagnare quanto basti per tutto l’anno.

Il fuggi-fuggi dei turisti lo getta in una costernazione anche peggiore di quella causata da quest’ultimo (e limitato come estensione) terremoto. Non solo. Sarà difficile che chi è scappato per così dire in pigiama torni l’anno prossimo. Di più: le immagini in mondovisione quanti altri hanno scoraggiato e scoraggeranno dall’impegnarsi in vacanze a Ischia? Per un paragone, negli stessi giorni una gigantesca frana al confine svizzero ha richiesto l’evacuazione di ben cento famiglie, ma gli svizzeri si sono ben guardati di condire la notizia con la stessa enfasi che ha portato Ischia, e tutti i giorni, in prima serata. Noi, che siamo italiani, abbiamo trovato subito il colpevole del terremoto: l’abusivismo, i materiali da costruzione scadenti, i condoni (strano che, data la regione, non sia uscita fuori la camorra). Ma a Ischia non si costruiscono case popolari dai tempi del Duce, l’ultimo intervento dello Stato è la caserma dei carabinieri a Capizzo; a Forio la caserma dei carabinieri non c’è proprio.

Si è letto di 27mila abusi edilizi, senza però spiegare che si tratta in molti casi di piccoli interventi: pergolati, tettoie, finestre, bagni. Interventi che, forse, con una burocrazia meno «italiana» sarebbero stati realizzati senza abusi. Ora, il problema è: con quali risorse si metterà in sicurezza l’isola «abusiva»? Costruire secondo le norme antisismiche, assicurare la giusta manutenzione agli edifici, evacuare dalla «zona rossa» migliaia di casamicciolesi; e poi estendere l’operazione a tutta l’isola. La quale, grazie al battage mediatico, ha un’economia letteralmente in ginocchio.

Torneranno, finita l’emergenza, i media a Ischia? Per spiegare, in diretta e in prima serata, nei tg per più giorni di fila, ai turisti che Ischia è sicura e che possono tranquillamente tornarci? Figurarsi. Come tutti gli operatori dell’informazione sanno, il disastro fa «notizia», il resto no. Per questo, prima che l’isola torni ad essere quella in cui giravano i film Vacanze a… ne passerà, ahimè, di tempo.