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I risultati

Irlanda, le urne premiano il centrodestra. Sinn Féin non sfonda

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I due partiti di centrodestra Fianna Fáil e Fine Gael sono vicini alla soglia di maggioranza nella camera bassa del parlamento irlandese, ma è probabile che servirà un alleato. Sinn Féin sotto le attese, malissimo i Verdi. Bocciato il ministro Donnelly.

Esteri 03_12_2024
30 nov 2024 (via LaPresse)

I maggiori partiti dell'attuale governo di coalizione in Irlanda si sono riconfermati nei primi posti di gradimento dell’elettorato che si è recato alle urne lo scorso venerdì 29 novembre. Il partito Fianna Fáil, guidato da Micheal Martin, finora partner minore dell'alleanza, e il Fine Gael del primo ministro Simon Harris, hanno raccolto il maggior numero di consensi, mentre i Verdi, loro partner di governo, hanno subito una sconfitta clamorosa. Roderic O'Gorman, leader dei Verdi, è stato l'unico ad essere eletto, su 12 deputati uscenti. Altrettanto chiara la punizione che gli elettori hanno inferto al partito di sinistra Sinn Féin che ha ricevuto circa il 5% di voti in meno del 2020, nonostante tutte le previsioni lo considerassero il più probabile vincitore.

Nel momento in cui scriviamo, la maggior parte dei seggi della camera bassa (Dáil Éireann) del parlamento irlandese (162 su 174) è stata assegnata. Con i conteggi iniziali di tutte le 43 circoscrizioni elettorali, la quota percentuale di preferenza per i tre partiti più grandi è stata la seguente: Fianna Fáil si attesta a 43 seggi; Fine Gael a 36 seggi; non c’è stato il temuto sorpasso della sinistra, laddove Sinn Féin si ferma a 36 seggi, i laburisti sono arrivati a 9 seggi (in crescita), i socialdemocratici sono a 11 seggi; 16 i deputati indipendenti eletti nelle circoscrizioni; il partito Irlanda Indipendente ha guadagnato 4 seggi; i Verdi, come dicevamo, un solo seggio; il partito cattolico Aontú raddoppia i seggi e passa a 2 rappresentanti; il partito Solidarietà prima del Profitto è a 3 seggi; infine, “altri” un seggio.

Questo risultato, nel suo insieme, avvicina i due partiti di centrodestra Fianna Fáil e Fine Gael agli 88 seggi necessari per la maggioranza al parlamento. L'affluenza alle urne è stata del 59,7%, la più bassa dal 1923, e questo la dice lunga sul crescente distacco della politica tradizionale dai sentimenti e desideri comuni. Probabile che alla coalizione di Fianna Fáil e Fine Gael si debbano aggiungere solo pochi voti per avere una solida maggioranza. La scelta dell’eventuale partner di governo avverrà solo nel corso della prossima settimana, una scelta che potrebbe determinare anche la direzione dell’esecutivo su temi sensibili e principi non negoziabili. Per certo, socialdemocratici e laburisti hanno sinora escluso ogni collaborazione con i partiti di Martin e Harris.

Monsignor Dermot Farrell, arcivescovo di Dublino e primate d'Irlanda, e altri suoi confratelli alla guida delle diocesi irlandesi avevano, nei giorni scorsi, ricordato l’importanza del voto perché il governo entrante dovrà affrontare importanti emergenze sociali, tra cui l’aumento dei senzatetto, l'immigrazione incontrollata, la prospettiva di una norma che legalizzi il suicidio assistito. In questa direzione l’appello elettorale dei vescovi irlandesi è stato inequivocabile: «Il valore della vita delle persone sembra essere calcolato come se fosse semplicemente parte di un'analisi costi-benefici. Dov'è la speranza in questo?».

La grande notizia, confermata durante la notte di domenica 1 dicembre è stata quella della bocciatura degli elettori nei confronti del ministro della Salute del governo uscente e autorevole membro del Fianna Fáil, Stephen Donnelly, che ha perso il suo seggio, nonostante la crescita del partito. Un segnale chiaro di come i cittadini irlandesi e gli stessi elettori del suo partito non abbiano condiviso le sue decisioni ai tempi del Covid (le chiusure delle chiese, i divieti delle celebrazioni, vaccinazioni forzate e controlli della libertà personale); la sua cocciuta insistenza a favore della legge sul divieto di preghiera in luoghi pubblici nei pressi degli abortifici, entrata in vigore lo scorso 17 ottobre; il riconoscimento retroattivo della genitorialità per coloro che hanno acquistato bambini tramite maternità surrogata, dopo che la legge del luglio scorso aveva incluso anche la maternità surrogata tra le tecniche di fecondazione artificiale consentite. Il ministro della Salute è stato bocciato dagli elettori anche per aver promosso e sostenuto la proposta di legge sull’eutanasia, la cui relazione introduttiva è stata approvata lo scorso 24 ottobre da 76 deputati (contro 53) di un comitato parlamentare ad hoc. In quest’ultima occasione sia il Fianna Fáil che il Fine Gael hanno lasciato “libertà di coscienza” ai propri parlamentari. Tra i soli quattro deputati del suo partito a dare il benestare alla proposta di legge, c’è stato proprio il ministro Donnelly. Almeno in questo caso, con la bocciatura di Donnelly, gli elettori hanno fatto giustizia e difeso la vera libertà.

Le performance elettorali più sorprendenti sono state fornite da parlamentari che si sono costantemente opposti al governo, avendo il coraggio di riaffermare i valori cristiani e conservatori: vedi il risultato degli indipendenti Carol Nolan e Mattie McGrath e i successi dei tre membri fondatori di Irlanda Indipendente (Michael Collins, Michael Fitzmaurice e Richard O'Donoghue).