Io sono
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono. Gv 8,54-58
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono. Gv 8,54-58
In modo imprevedibile, arriva la più alta e misteriosa dichiarazione di Gesù. Egli parla con lo stesso linguaggio con il quale Dio si presenta sul monte Oreb, dal roveto ardente. A Mosè che gli chiede: “Qual è il tuo nome?”, Dio risponde: “Io sono”. Di fronte ai Giudei, Gesù attribuisce a se stesso il nome con il quale Dio si manifesta a Mosè, ‘Io sono’. Così trasporta la sua identità prima di Mosè e prima di Abramo, identificandosi con Dio stesso. E’ qualcosa di sconvolgente. I suoi ascoltatori prendono le pietre e gliele tirano dietro. Questo è lo scandalo che dura nei secoli: Dio presente in un uomo. Un uomo la cui identità profonda attraversa ogni tempo in un eterno presente che tocca anche la mia vita. Come è possibile?