Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
APERTURE

Intercomunione, affondo tedesco: «Caso per caso»

I vescovi tedeschi hanno annunciato la prossima pubblicazione di un documento per consentire la ricezione dell’eucaristia al coniuge protestante sposato con un cattolico. Condizioni e modalità di accesso? Ambigue, secondo il metodo del caso per caso. 

Ecclesia 25_02_2018

I vescovi tedeschi hanno annunciato la prossima pubblicazione di un documento, un «aiuto orientativo» per consentire la ricezione dell’eucaristia al coniuge protestante sposato con un cattolico, in certi casi e a determinate condizioni. L’annuncio lo ha dato giovedì scorso il presidente della conferenza episcopale tedesca, il cardinale Reinhard Marx, vescovo di Monaco e membro di spicco del gruppo di 9 cardinali che aiutano il Papa nel governo della chiesa.

Al termine dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), chiusa giovedì a Ingolstadt, il porporato è intervenuto in conferenza stampa per dire che si tratterà di una «guida pastorale», definendola un «progresso positivo». Dalle parole di Marx, così come riportate anche dall’agenzia di stampa ufficiale della conferenza episcopale, pare che la condizione necessaria per poter accedere all’eucaristia da parte del coniuge protestante sarà quella di «condividere la dottrina eucaristica cattolica».

Lo stesso Marx si è però premurato di specificare che il documento non dice che i protestanti possono ricevere la comunione solo se si convertono alla fede cattolica. Quindi bisognerà attendere il documento per capire qualcosa in più, ma le parole del cardinale sono ambigue. Cosa significa «condividere la dottrina eucaristica cattolica» se non convertirsi al cattolicesimo? Si può forse condividere la fede cattolica nell’eucaristia (presenza reale di Cristo, transustanziazione, ministero consacrato e consacrante) e non essere cattolici?

Il cardinale Robert Sarah era intervenuto sulla questione della cosiddetta intercomunione dicendo che non è possibile, perché «per comunicarmi devo essere in stato di grazia, senza peccato, e avere la fede della Chiesa Cattolica… Non è un desiderio personale, o un dialogo personale con Gesù che determina se posso ricevere la comunione nella Chiesa Cattolica». Mentre il cardinale Marx insiste che questo “nuovo” approccio pastorale è appunto “caso per caso”, quando il coniuge protestante dopo «un profondo discernimento in un confronto spirituale con un sacerdote (…)» giunge alla decisione di coscienza di poter accedere all’eucaristia. 

Questa ambigua soluzione sarebbe frutto di un «intenso dibattito» in cui sono state sollevate «serie preoccupazioni», come ha detto lo stesso Marx, segno che anche tra i vescovi tedeschi le cose non sono proprie chiarissime. Comunque il documento «pastorale» si farà, e in quanto tale, dice ancora Marx, non è nemmeno necessaria l’approvazione del Vaticano.

“Caso per caso”, discernimento, ruolo del vescovo locale, cambiamento che si vuole solo pastorale e non dottrinale, sono tutti elementi già sentiti nel dibattito sull’accesso all’eucaristia per le coppie di divorziati risposati. Peraltro, anche nel caso del dibattito sui divorziati risposati e i sacramenti fu proprio la chiesa tedesca nell’ottobre 2013, ben prima del doppio sinodo sulla famiglia, a far da apripista. «Vogliamo aprire una porta a chi ha alle spalle un matrimonio fallito», dichiarava Andreas Mohrle, responsabile dell’ufficio per la Cura della anime della diocesi di Friburgo. E quella diocesi apriva la strada alla comunione per le coppie di divorziati risposati, ben prima che arrivasse Amoris laetitia.

Oggi come nel 2013 a essere felice di questo nuovo documento dei vescovi tedeschi è il cardinale Walter Kasper, da sempre in prima linea sia per l’approccio aperto nei confronti dei divorziati risposati e l’eucarista, sia per quello che oggi riguarda l’intercomunione in certi casi.

D’altra parte anche Papa Francesco, parlando a braccio, si era espresso in modo poco chiaro su questo tema quando nel 2015 si recò in visita alla comunità luterana di Roma e rispose alla signora Anke de Bernardinis, di fede luterana, sposata con un italiano cattolico romano. Di fronte alla domanda della signora che chiedeva come poteva risolvere il problema di «partecipare insieme [al marito] alla Cena del Signore», il Papa disse: «…mi diceva un pastore amico: “Noi crediamo che il Signore è presente lì. È presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza?” – “Eh, sono le spiegazioni, le interpretazioni…”. La vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate riferimento al Battesimo: “Una fede, un battesimo, un Signore”, così ci dice Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò mai dare permesso di fare questo perché non è mia competenza. Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e andate avanti. Non oso dire di più».

In attesa del documento integrale dei vescovi tedeschi, si spera che vi sia sufficiente chiarezza per non aprire un’altra stagione di dubia.