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LIBERTA' RELIGIOSA

Inghilterra, San Paolo «fuorilegge»

Ancora arresti di predicatori di strada in Inghilterra per aver letto e commentato i passi di San Paolo che condannano l'immoralità sessuale e l'omosessualità. Ciò che accadrebbe in Italia se passasse la legge sull'omofobia.

Libertà religiosa 09_09_2013
Rob Hughes

San Paolo è sempre più fuori legge in Inghilterra, nonostante il fatto che a Londra ci sia una cattedrale a lui dedicata, che è pure la Chiesa madre della diocesi anglicana londinese. Lo sanno bene gli agguerriti e volenterosi avvocati del Christian Legal Center, a cui tocca difendere, con una sempre maggiore e preoccupante frequenza, i predicatori di strada che si ostinano a citare le parole dell’«omofobo» Apostolo delle Genti. 

E’ davvero preoccupante l’accanimento da caccia alle streghe con cui vengono colpiti gli street preacher. Dopo il caso di Tony Miano, arrestato a Wimbledon lo scorso luglio, è ora toccato a Miguel Hayworth, ventinovenne predicatore, fermato dalla polizia a Maidstone nel Kent. Il reato contestato è quello di aver citato brani tratti da due lettere di San Paolo. La prima è quella ai Romani, Cap.1 versetti 24-27: «Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento».

Nella lingua originale usata da San Paolo, peraltro, risulta ancor più chiaro il senso sessualmente allusivo di quale fosse la degna ricompensa («τὴν ἀντιμισθίαν») che gli uomini omosessuali ricevono nel proprio corpo, a causa della loro depravazione («τῆς πλάνης αὐτῶν»). L’altro brano della lettera paolina contestata a Hayworth è tratto dalla prima epistola ai Corinti, Cap. 6, versetto 9: «Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti». Questi ultimi nel testo originale greco vengono definiti dall’apostolo come «ἀρσενοκοῖται», termine dispregiativo e poco politically correct. Comunque, sul punto San Paolo è esplicito: «neque molles neque masculorum concubitores», con le loro «passiones ignominiae», vedranno la salvezza, essendo destinati alla dannazione eterna a causa della loro perversione.

Troppo per gli standard della legislazione antiomofoba del Regno Unito.  Per questo, in virtù del famigerato art.5 del Public Order Act, Miguel Hayworth è finito in gattabuia. Ma non è ancora l’ultimo caso.

Il 6 settembre, infatti, è toccato a Rob Hughes, arrestato dalla polizia mentre predicava a Basildon, città della contea inglese dell’Essex meridionale. In questo caso sono stati contestati a Hughes commenti ingiuriosi, rivelatisi poi inesistenti. Ciò non ha impedito al malcapitato predicatore di restare rinchiuso per sette ore e mezzo (dalle 16.00 alle 23.30) nella camera di sicurezza della stazione di polizia di Basildon. E’ stato rilasciato grazie al provvidenziale intervento degli avvocati del Christian Legal Center, i quali sono riusciti a dimostrare la falsità delle accuse. Sembra davvero che per i cristiani del Regno Unito si sia rovesciato il principio di presunzione d’innocenza, per cui essi sono «presumed guilty until found to be innocent» (presunti colpevoli fino a prova contraria), come ha riferito lo stesso Hughes dopo il rilascio. L’avvocatessa Andrea Williams del Christian Legal Center ha parlato di un’allarmante frequenza dei casi di arresto dei predicatori che citano gli insegnamenti di San Paolo ritenuti omofobi.

Questo scenario che ad alcuni in Italia appare ancora surreale, rischia di diventare drammaticamente concreto anche da noi se si arrivasse ad estendere agli omosessuali gli effetti della Legge Mancino, la quale – com’è noto – condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali. 

Paragonare l’orientamento sessuale alla razza o all’origine etnica, ai fini di quella legge, significa impedire l’espressione di qualunque giudizio negativo nei confronti di una categoria di soggetti giuridicamente protetti. Esattamente come accade nei confronti dei neri o degli zingari. L’estensione della Legge Mancino agli omosessuali impedirebbe, tra l’altro, qualunque forma di opposizione al matrimonio tra persone dello stesso sesso, così come oggi è vietato a chiunque sostenere che un uomo bianco non possa sposare una donna nera, o che una coppia di africani non possa adottare un bambino bianco. L’estensione della Legge Mancino agli omosessuali impedirebbe, tra l’altro, l’affermazione che omosessualità e transessualità appartengono oggettivamente alla sfera etico-morale, e come tali possono quindi essere sottoposte ad un giudizio di riprovazione.