Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Agnese da Montepulciano a cura di Ermes Dovico
JIHAD

Infine Trump metterà fuori legge i Fratelli Musulmani

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, intende mettere fuori legge i Fratelli Musulmani come organizzazione terroristica. Si tratta di una vera rivoluzione nella politica estera americana e può aprire un nuovo spiraglio di speranza nella lotta al jihad internazionale. E L'Europa non può rimanere indifferente a questa decisione.
L'ISLAMISMO IN AFRICA di Anna Bono

Esteri 02_05_2019
Al Sisi (presidente Egitto) e Donald Trump (Usa)

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, intende mettere fuori legge i Fratelli Musulmani come organizzazione terroristica. Già prima di varcare la soglia della Casa Bianca aveva lasciato trapelare questa possibilità tramite il suo staff, ma una volta insediato e prese in mano le redini dell'amministrazione si è trovato di fronte al parere contrario di un numero significativo e influente di "officials" del Dipartimento di Stato, del Pentagono e degli apparati di sicurezza.

In seguito all'embargo lanciato nel giugno 2017 dal Quartetto anti-terrorismo arabo contro il Qatar, il principale sponsor dei Fratelli Musulmani in tutto il mondo insieme alla Turchia di Erdogan, fu l'allora Segretario di Stato in persona, Rex Tillerson, ad escludere che Washington potesse bandire la Fratellanza nella sua totalità come organizzazione terroristica, poiché esponenti e partiti politici ad essa affiliati erano parte integrante di diversi governi e parlamenti in paesi del Medio Oriente con cui gli Stati Uniti avrebbero dovuto necessariamente mantenere relazioni e contatti.

Tillerson si limitò a menzionare Turchia e Bahrein, nel primo caso per dimostrare l'impraticabilità della messa fuori legge dei Fratelli Musulmani, che avrebbe implicato la rottura pressoché totale dei rapporti con uno stato membro della NATO con cui una forma di dialogo e cooperazione andava gioco forza mantenuta, nonostante Erdogan e le sue politiche di supporto all'estremismo. Nel secondo, invece, probabilmente per delegittimare l'embargo nei confronti del Qatar da parte del Quartetto, di cui il Bahrein è membro insieme ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto.

In Bahrein in effetti si trovavano in parlamento esponenti islamisti, ma affiliati a gruppi minoritari e reputati dal governo di Manama non sovversivi o collegati a organizzazioni terroristiche, contrariamente ai Fratelli Musulmani in Egitto, Tunisia, Siria, Libia e in altri paesi di Medio Oriente, Nord Africa e Golfo che Tillerson dimenticò (o omise) di ricordare, Qatar in testa. Di conseguenza, se l'ex Segretario intendeva far risaltare la presunta incoerenza del Bahrein, che con il Quartetto aveva dichiarato illegali i Fratelli Musulmani, il suo tentativo è stato alquanto malmirato e lasciava trapelare una malcelata propensione per Doha che non deve aver giovato al suo rapporto con Trump.

Le dimissioni di Tillerson, rimpiazzato da Pompeo, e la successiva fuoriuscita di Mattis dal Pentagono, ancora non ufficialmente sostituito, hanno liberato il campo da figure apicali e carismatiche che si erano frapposte tra il presidente americano e l'obiettivo di dichiarare la Fratellanza organizzazione terroristica per gettarla in uno stato d'illegalità internazionale.

Tuttavia, come fa notare il New York Times, anche il più recente rilancio dell'idea di bandire i Fratelli Musulmani, incoraggiata dal Presidente egiziano Al Sisi in visita alla Casa Bianca, deve  fronteggiare l'opposizione della rete trasversale dei summenzionati "officials", con la sponda di think tanks e giornaloni americani sul libro paga di Doha (si vedano rispettivamente i casi Brookings Institute e "Qatar Newspapers", quest'ultimo collegato all'uscita del film Blood Money, che mostra come il Qatar abbia infiltrato i media americani ricorrendo alla minaccia di “hackerare” i giornalisti per intimidirli quando non intendevano mettersi al servizio della causa islamista neppure sotto pagamento).

Trump riuscirà questa volta nel suo intento? Pur riconoscendo l'effettiva complessità dell'attuazione di un bando integrale, l'imposizione da parte di Washington di sanzioni internazionali mirate nei confronti di attività economiche e di altra natura legate alla Fratellanza, e nei confronti dei suoi militanti maggiormente coinvolti in attività d'indottrinamento e radicalizzazione, ridurrebbe significativamente la capacità dell'organizzazione islamista di diffondere l'estremismo che ha generato il terrorismo jihadista contemporaneo di ISIS e Al Qaeda.

Si tratterebbe di un'autentica rivoluzione della politica internazionale, che aprirebbe nuove prospettive di pace, stabilità e sviluppo in Medio Oriente. La capacità del Quartetto di respingere il tentativo dei Fratelli Musulmani di stabilire dittature fondamentaliste in tutta la regione, come già accaduto durante la cosiddetta Primavera Araba, risulterebbe enormemente rafforzata dal sostegno della superpotenza americana. Trump va pertanto sostenuto e incoraggiato nel portare avanti questa iniziativa, che dovrebbe essere abbracciata anche in Europa, specie dopo l'uscita dei "Qatar Papers", libro che documenta come il Qatar abbia impunemente finanziato le moschee radicali dei Fratelli Musulmani in tutta Europa, Italia compresa.

Proprio l'Italia che ha un rapporto privilegiato con il Qatar, è il paese dove gli emiri di Doha hanno investito maggiormente in progetti e iniziative di proselitismo condotte dai Fratelli Musulmani, ed è quindi il paese dove l'urgenza di colpire con provvedimenti sanzionatori le realtà legate alla Fratellanza è più urgente. Mettere fuori legge i Fratelli Musulmani come organizzazione terroristica: l'Occidente deve unirsi al mondo arabo moderato per fermare il progetto di conquista dei Fratelli Musulmani e degli stati canaglia che li sponsorizzano, Qatar e Turchia. Forza Trump e forza Europa, segui l'esempio del Presidente degli Stati Uniti.