Individuato in Rwanda un ceppo di plasmodio resistente all’artemisina
Proprio mentre l’emergenza COVID-19 rischia di far raddoppiare i morti di malaria in Africa, i ricercatori hanno scoperto un ceppo di plasmodio resistente all’artemisina.
Contrastare la diffusione delle malattie infettive in Africa e curare milioni di persone che tuttavia le contraggono richiede un incessante impiego di risorse finanziarie e umane, locali e internazionali. Questo va a danno delle prevenzione e cura di altre malattie: diabete, cancro, malattie cardiovascolari… Fino a pochi mesi fa l’Uganda, ad esempio, aveva una sola macchina per radioterapia. Nel 2016 si era rotta e fino al 2018, quando è stata finalmente riparata, i malati di cancro hanno dovuto farsi curare in Kenya o altrove. All’inizio del 2020 il paese si è dotato di un secondo macchinario, donato dall’India. Tre malattie infettive da sole assorbono una quantità enorme di risorse: la tubercolosi, l’Hiv e la malaria. Ogni anno muoiono di tubercolosi 1,5 milioni di persone, un quarto delle quali in Africa. 25,7 milioni di africani sono ammalati di Aids su un totale mondiale di poco più di 35 milioni. Il virus nel 2018 ha ucciso 770.000 persone, 470.000 delle quali africane, e 1,1 milioni di africani ne sono stati infettati. Nel 2018 il 93 per cento dei 228 milioni di casi di malaria registrati nel mondo e il 94 per cento dei 405.000 decessi si sono verificati in Africa. Adesso l’emergenza COVID-19 rischia di ridurre i mezzi a disposizione dei sistemi sanitari africani per la cura e la prevenzione di altre malattie, incluse quelle infettive. L’Oms teme in particolare che il tasso di mortalità della malaria possa raddoppiare riportando la situazione indietro di 20 anni. La chiusura delle frontiere e le limitazioni agli spostamenti possono infatti ostacolare l’approvvigionamento di medicinali e zanzariere. A peggiorare il quadro, arriva la notizia, pubblicata dalla rivista Nature, che è stato individuato in Rwanda un ceppo del plasmodio, il parassita che provoca la malaria, resistente all’artemisina, il principale farmaco usato per la cura della malattia. È la prima volta che si riscontra resistenza all’artemisina in Africa. A scoprirlo sono stati degli scienziati dell’Istituto Pasteur in collaborazione con altri colleghi. La forma mutante del plasmodio, resistente all’artemisina, è stata individuata in 19 dei 257 ammalati monitorati in un centro sanitario. Quando negli anni 50 del secolo scorso è stata messa a punto la prima terapia antimalarica a base di clorochina, i ricercatori avevano pensato che la malattia sarebbe stata sradicata nel giro di pochi anni. Da allora il plasmodio ha sviluppato resistenza a questo e ad altri farmaci.