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RETROSCENA

India, i due marò non fanno più notizia

Incassato il successo diplomatico su un governo occidentale, i giornali indiani hanno già smesso di interessarsi alla vicenda dei marò.

Attualità 12_03_2012
In attesa dei marò

Potrà sembrare strano dal punto di vista di chi vive in Italia, legge i giornali italiani e guarda i telegiornali italiani: in India la notizia dei marò italiani non la si trova tutti i giorni, e quando la si trova è in qualche angolo recondito delle pagine interne.

Ecco qualche titolo dei giornali di marzo: "L'Italia dice di aver iniziato un procedimento penale contro i marò (per convincere l'India a consegnarli)"; "L'India deve portare rispetto: Italia"; "Trattamento italiano per i marò in prigione"; "Il premier italiano Monti chiama Manmohan (Singh, la controparte indiana)"; "L'Italia è preoccupata per la detenzione dei marò"; "Una 'debole' Italia appare perdere la sua battaglia diplomatica di intelligenza con l'emergente India"; "I marò saranno processati secondo la legge indiana: Krishna (ministro degli esteri)".

Sabato 10 marzo, il Times of India riporta una breve notizia a pagina 10, da proseguire a pagina 22, lamentando che la Destra, in Italia, avrebbe costretto i gestori di ristoranti indiani a chiudere in segno di protesta. Lo stesso articolo attesta che i legali indiani progettano di riesumare un precedente del 1927 (“Lotus case”, poi superato da successive normative internazionali) per rivendicare la giurisdizione indiana sul processo dei marò.

La notizia ha tenuto banco solo per qualche giorno, poi è gradualmente sparita dalle pagine. In breve tempo, tuttavia, essa è stata percepita come una vittoria indiana su di un paese occidentale, e come tale il pubblico l'ha archiviata. Il cosiddetto “uomo di strada” ricorda a malapena la notizia in sé, incapace di provvedere dettagli.

La vicenda sembrerebbe invece aver avuto un buon valore politico sul fronte interno. Sia il governo dello stato del Kerala che quello dell'Unione hanno guadagnato punti – agli occhi dell'elettorato – per aver conseguito una confortevole vittoria diplomatica su di un paese occidentale. In paesi che hanno subito la colonizzazione europea, giocare la carta dell'orgoglio nazionale è sempre un eccellente modo per raccogliere consensi. La gente, soddisfatta dell'ulteriore segnale di crescita del ruolo dell'India sul piano internazionale, ha rivolto altrove la sua attenzione. Nei giorni scorsi, poi, la pubblicazione dei risultati elettorali (elezioni tenute tempo fa) in alcuni stati, incluso l'enorme Uttar Pradesh, ha puntato i riflettori sul partito del Congresso attualmente al governo, che in alcuni casi ha perso molto terreno.


Non meravigli il silenzio della signora Sonia Gandhi, di origine italiana, su questa vicenda. La signora Gandhi è sempre molto parca nel rilasciare interviste o affermazioni pubbliche. Molto intelligentemente, lascia che chi di dovere faccia il suo lavoro. La sua origine italiana è stata a lungo la carta giocata dai suoi avversari. Un suo pronunciamento in merito sarebbe un suicidio politico. Inoltre, nel contesto dei risultati elettorali di cui sopra, aveva decisamente altro a cui pensare.


Occorre però notare che ci sono varie notizie italiane che godono di una sorte migliore di quella dei marò: il campionato italiano di calcio, ad esempio, occupa sempre una posizione di rilievo nelle pagine sportive; la cultura, la cucina e l'arte sono di casa, in qualche rubrica apposita, a volte persino in seconda pagina; il business italiano in India e viceversa non manca quasi mai (ovviamente sulle pagine dedicate).