In Pakistan una Chiesa viva anche se perseguitata
Nella arcidiocesi di Lahore si moltiplicano parrocchie, chiese e cappelle per dare ai fedeli luoghi di culto e vita comunitaria su tutto il territorio
Il Pakistan è uno dei paesi musulmani in cui i cristiani sono più dolorosamente perseguitati: discriminati, trattati come cittadini di seconda classe, spesso vittime di abusi e violenze. Sono circa 2,64 milioni su una popolazione totale di 233 milioni. Tuttavia le comunità cristiane sono vive e attive. L’arcidiocesi di Lahore, che conta 580mila fedeli su una popolazione di 33 milioni, si distingue per l’incessante impegno a rendere la Chiesa cattolica presente in maniera sempre più diffusa. Conta già 30 parrocchie e intende erigerne altre due entro il 2023. Come ha spiegato monsignor Sebastian Francis Shaw, arcivescovo di Lahore, all’agenzia di stampa Fides: “la vita nella diocesi procede con l'idea di essere presenti in modo sempre più capillare nel vasto territorio del Punjab. Per questo stiamo aprendo nuove parrocchie e soprattutto creiamo nuove stazioni missionarie nei villaggi dove abbiamo costruito diverse cappelle senza un prete residente. Quest'anno ho benedetto almeno dieci nuove cappelle, perché le persone chiedono di avere una chiesetta vicina dove pregare, ricevere i sacramenti, tenere incontri e avere un luogo di vita comunitaria”. La diocesi inoltre attribuisce molta importanza all’istruzione. Attualmente nel suo territorio ci sono circa 70 scuole cattoliche che accolgono studenti anche di altre fedi. Esiste un programma di borse di studio, finanziato da donatori stranieri. Si aprono ogni anno nuove piccole scuole gratuite nelle zone rurali, frequentate da ragazzi di famiglie molto povere. “La Chiesa non fa politica – dice monsignor Shaw – ma si muove nella società con la forza della preghiera e chiedendo a Dio lo spirito si sapienza. Diciamo ai fedeli: non polarizziamoci,restiamo uniti per il bene della società. Supportiamo buoni leader che si impegnino per il bene comune”.