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teocrazia sinodale

In nome del Papa Re

Il vaticanista Sandro Magister segnala una novità senza precedenti nella nuova costituzione vaticana: la sovranità temporale sul piccolo Stato viene attribuita direttamente al primato petrino.

Borgo Pio 31_05_2023

Segnaliamo un interessante approfondimento di Sandro Magister (Settimo Cielo) sulla nuova Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, emanata da Papa Francesco lo scorso 13 maggio, in sostituzione della precedente di San Giovanni Paolo II.

La "costituzione" vaticana riguarda la sovranità temporale del Papa sul minuscolo Stato creato nel 1929 dai Patti lateranensi e che gli permette di esercitare liberamente il suo ministero spirituale – cioè senza essere soggetto ai voleri e ai poteri di qualsiasi altro Stato di cui si trovasse a essere "ospite" o peggio ancora "prigioniero". Si tratta pertanto di un elemento "contingente", che non ha a che fare con la natura della Chiesa e del Papato, ma essenziale a garantire la libertas Ecclesiae. Per intenderci: il Papa potrebbe trovarsi senza Stato (ed è accaduto, per esempio tra il 1870 e il 1929), ma non senza Chiesa. Ma il fatto che vi sia questo Stato è una necessità storica, non teologica.

Nel nuovo testo Magister segnala «una svolta spericolata e senza precedenti nella storia e nella concezione del papato». Che si trova nelle prime parole della premessa: «Chiamato ad esercitare in forza del munus petrino poteri sovrani anche sullo Stato della Città del Vaticano...». In altre parole, la sovranità temporale del Papa è qui ricondotta allo stesso primato petrino. La «novità inaudita», osserva Magister, sta proprio «nell’ammantare di diritto divino non solo il supremo governo spirituale della Chiesa ma anche il governo temporale, sempre da parte del papa, dello Stato della Città del Vaticano». Che non gli deriverebbe quindi da un disegno provvidenziale, da ragioni di opportunità sul piano storico, ma direttamente "in quanto Pietro". La Chiesa è sempre più "sinodale", ma la Città del Vaticano è governata da un "Papa Re" (e Re proprio in quanto Papa).