In metro con il nome alias
Sulla tessera dei mezzi pubblici milanesi potrà comparire il nome di elezione della persona transessuale e non quello anagrafico.
Il nome alias arriva anche sui mezzi pubblici di Milano. Sulla tessera dell’abbonamento ATM potrà comparire il nome di elezione della persona transessuale e non quello anagrafico.
L’assessore alla Mobilità Arianna Censi spiega: «È una misura di civiltà doverosa che mi fa piacere annunciare proprio nel mese del Pride. L'abbonamento ai mezzi pubblici è una delle poche tessere che portiamo sempre con noi, che teniamo a portata di mano e usiamo quasi quotidianamente. È davvero bello e importante che l'identità registrata sia quella in cui ciascuno e ciascuna davvero si riconosce, non necessariamente quella anagrafica».
Rincara la dose il consigliere comunale del PD Monica Romano: «In un quadro legislativo ancora inadeguato è indispensabile dare segnali inequivocabili in favore del riconoscimento del genere di elezione. Milano è una città a cui si guarda con speranza e fiducia in tema di diritti e questo nuovo traguardo è la dimostrazione che siamo sulla strada giusta».
Nel febbraio 2023 l’amministrazione comunale aveva permesso la registrazione del nome alias presso l’anagrafe e nello scorso dicembre aveva acconsentito alla carriera alias per i dipendenti comunali.
L’uso del nome alias adoperato in contesti di rilievo giuridico è contrario alla legge per il semplice motivo che il nome aiuta all’identificazione della persona. La persona per lo Stato deve essere unica e quindi non può avere due primi nomi: Enrico e Maria. Uno dei due deve diventare un secondo nome, secondo nome della medesima persona. Qui invece abbiamo un nome alias che è di pari livello a quello anagrafico ed addirittura indicante un sesso differente rispetto a quello anagrafico. La persona così si sdoppia, diventando tra l’altro e per esempio maschio per l’anagrafe e femmina per la scuola o l’ATM, e risulta in tal modo contrario al principio di identificazione.
Quindi il quadro legislativo non è inadeguato, come ha dichiarato il consigliere Romano, bensì adeguato al riconoscimento ed individuazione dei cittadini.