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Dalla parte delle bambine

In Kenya la Chiesa contro le gravidanze precoci

La diocesi di Malindi in collaborazione con la onlus Karibuni ha avviato un programma di iniziative destinato a centinaia di ragazzine a rischio nella contea costiera i Kilifi

 

 

Svipop 15_10_2020

In Kenya le gravidanze precoci sono un problema molto grave specie in alcune province occidentali, costiere, dove una bambina su quattro rimane incinta. La chiusura delle scuole a marzo a causa del COVID-19 ha causato un aumento del fenomeno. La diocesi di Malindi, contea di Kilifi, tramite il Dipartimento di Giustizia e Pace e in collaborazione con la onlus Karibuni, ha avviato un programma per affrontare il problema nella contea di Kilifi. Il primo incontro, guidato da padre Joseph Ngala, parroco della cattedrale di Sant’Antonio, si è tenuto a Kipanga-ajeni, nel comune di Magarini, l’11 ottobre, in occasione della Giornata internazionale delle bambine. Vi hanno partecipato cento ragazze dei villaggi di Kipanga-ajeni, Burangi, Pokea Mwana e Masheheni, mobilitate dagli insegnanti della zona. “L'evento – riferisce l’agenzia di stampa Fides – è iniziato con una sessione di domande e risposte moderata da Moses M. Mpuria, coordinatore diocesano di giustizia e pace di Malindi, durante la quale le ragazze hanno raccontato le suggestioni che le spingono a pratiche sessuali che sfociano in gravidanze precoci, e hanno espresso la loro opinione su ciò che può essere fatto da loro stesse e dalla società per affrontare la questione”. Tra i fattori che inducono le ragazzine a relazioni pericolose e a scelte che portano a gravidanze non responsabili, a loro volta causa di abbandono scolastico ed eventualmente matrimoni precoci, sono stati individuati dalle adolescenti: l’esistenza di bisogni di base insoddisfatti a causa della povertà in famiglia, i genitori non coinvolti o negligenti, la pressione dei coetanei, l’assenza di modelli di comportamento, la scarsa attitudine all'educazione delle bambine e l’accesso a materiale pornografico. Il programma intende coinvolgere 500 ragazze vulnerabili nei villaggi più a rischio nei comuni di Magarini, Malindi e Kilifi. Il 29 agosto, durante la cerimonia di consacrazione episcopale di monsignor Joseph Mwongela, il nuovo vescovo di Kitui, il presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Kenya monsignor Philip Anyoko ha letto il testo del documento con cui i vescovi kenyani chiedono al governo di chiudere tutte le strutture sanitarie nelle quali si eseguono aborti e si somministrano contraccettivi ai minorenni.