In Gran Bretagna torna la comunione al calice
Dopo tre anni la prassi di comunicarsi anche al Sangue di Cristo viene di nuovo permessa. Forse è la volta buona per superare la "pandemia liturgica".
In Gran Bretagna i vescovi cattolici riaprono l'accesso ai fedeli alla comunione sotto le due specie, interrotta dal 2020. Va precisato che è una questione di "segno" più che di "sostanza", dal momento che in ciascuna specie (cioè sia nell'ostia consacrata sia nel calice) vi è tanto il Corpo quanto il Sangue, anche nel più piccolo frammento di particola. Il Messale prevede che «il Sangue di Cristo può essere bevuto direttamente al calice, per intinzione, con la cannuccia o con il cucchiaino» (e mai assumendolo da sé in modalità self-service, sempre stata vietata oltre che inopportuna, poiché un dono si riceve, non si prende da sé).
La data prescelta sarà il Giovedi Santo, per cui il periodo immediatamente precedente «rappresenta un'opportunità per un'adeguata catechesi dei fedeli sul significato della ricezione della Santa Comunione sotto una o entrambe le specie», afferma mons. John Sherrington, vescovo ausiliare di Westminster (Catholic Herald). Ritorno accolto con favore da alcuni parroci benché con qualche dubbio: «Non mi aspetto che grandi numeri si avvalgano del Preziosissimo Sangue, perché dopotutto era già abbastanza difficile incoraggiare le persone pre-Covid»: evidentemente si riferisce alla prassi di bere tutti dallo stesso calice.
Eppure non è necessario condividere lo stesso calice, dal momento che il Messale prevede anche di comunicarsi «per intinzione» – il che, per inciso, è possibile solo amministrando la particola (intinta nel calice) direttamente sulla lingua del comunicando. Sappiamo bene che questa pratica è ancora oggi evitata da molti fedeli, nonostante da tempo sia caduto il divieto per ragioni sanitarie, tuttavia resta la "pandemia liturgica" di alcuni liturgisti da sempre ostili a questa forma considerata troppo tradizionale e che speravano di archiviarla definitivamente dal 2020.