In Francia il Papa ha toccato un nervo scoperto
Il ministro dell’Educazione francese ha accusato il Papa di farsi plagiare «da integralisti e dalla loro follia menzognera». Ma a ben guardare programmi didattici e sussidi delle scuole quella gender è ormai una materia curricolare. Segno che la propaganda di cui parla il Pontefice esiste, eccome.
Il ministro dell’Educazione francese, Najat Vallaud-Belkacem, ha accusato il Papa di farsi plagiare «da integralisti e dalla loro follia menzognera». Di ritorno dal viaggio in Georgia e Azerbaigian, Francesco ha criticato l’insegnamento della teoria gender nelle scuole francesi. Questo ha fatto molto «arrabbiare» il ministro transalpino, che ha reagito così: «Il Papa sembra essere convinto che gli insegnanti francesi passino il loro tempo a insegnare ai bambini che nella vita si può cambiare sesso. Nei programmi scolastici, che sono di mia responsabilità, c’è forse scritto che nella vita l’uguaglianza tra donne e uomini significa che si può cambiare sesso? Evidentemente no». In realtà, l’evidenza porterebbe a dire un’altra cosa.
Il governo socialista di François Hollande ha sempre avuto il pallino per la teoria gender. Nel 2013 l’allora ministro dell’Educazione nazionale Vincent Peillon, lo stesso che diceva che «non si potrà mai costruire un paese libero con la religione cattolica», ha introdotto in 275 scuole e circa 600 classi una sperimentazione intitolata: ABCD dell’uguaglianza. L’obiettivo del programma era «decostruire gli stereotipi di genere», «educare alla cultura dell’uguaglianza fra i sessi» fin dall’età di sei anni per «eliminare pregiudizi e stereotipi che possono essere alla base di discriminazioni», con particolare attenzione «alle violenze commesse a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere». Per insegnare ai piccoli a riflettere sulla loro identità di genere, sono stati proposti libri come “Ho due papà che si amano”, “Papà porta la gonna”, “Signora Zazie (ha il pistolino?) e “La nuova gonna di Bill”. Con bambini dai sei anni in su, si parlava di temi delicati come la possibilità di cambiare sesso, la pratica della masturbazione e l’esistenza di molteplici tipi di famiglia.
Il programma doveva essere esteso a tutte le classi dopo la sperimentazione, ma siccome si è rivelato un fallimento, anche grazie alla veemente protesta dei genitori, nel 2014 è stato sostituito da un «programma molto ambizioso», secondo le parole del successore di Peillon, Benoit Hamon. Il nuovo programma prevede infatti ha esteso l’indottrinamento a «tutte le scuole, tutti gli insegnanti e tutti gli allievi». I 25 mila francesi che ogni anno diventano insegnanti devono partecipare a un corso di formazione «sull’uguaglianza tra maschi e femmine» organizzato dal ministero. Tutti i presidi e i responsabili già inseriti nella scuola, inoltre, si devono aggiornare. Tutti gli insegnanti già abilitati, invece, possono formarsi su un sito internet appositamente predisposto dal governo. L’insegnamento dell’uguaglianza è ormai rivolto agli alunni dai 6 ai 16 anni non più attraverso un corso o singola materia, ma attraverso tutte le materie. Ciascun insegnante, infatti, ha in questo senso obiettivi formativi precisi dettati dal ministero.
Un’insegnante di musica delle medie che ha partecipato ai corsi di aggiornamento ha elencato i temi che sono stati affrontati: «Il primo giorno è stato consacrato alla riflessione sul tema “l’uguaglianza tra bambini e bambine è…”, seguito da 21 affermazioni, tra le quali: “Decostruire i pregiudizi e gli stereotipi”, “includere il genere in modo trasversale nei programmi scolastici”, “inculcare la teoria del gender”, “mostrarsi femministi”». Tra gli obiettivi c’era anche «spiegare che bambini e bambine sono complementari», con questa precisazione: «Fare attenzione alla nozione di “complementarietà” perché può riferirsi a certe “ideologie religiose”».
Ma come si possono insegnare contenuti di questo tipo nelle normali ore di lezione? È più semplice di quanto si pensi. Un genitore francese ha pubblicato su internet un compito per casa, preso dal libro di matematica di suo figlio “Maths repères”, per il liceo scientifico. Nell’esercizio si chiede di calcolare quante probabilità hanno gli abitanti di un immaginario pianeta “Herma” di cambiare genere da maschio a femmina e viceversa. “Gli abitanti del pianeta Herma possono scegliere ogni giorno il loro genere: maschio (M) o femmina (F)”, si legge. “Si osservi come ogni giorno un terzo degli hermiti che aveva il genere maschile scelga il genere femminile il giorno successivo e come un quarto di quelli che avevano il genere femminile scelga il genere maschile il giorno dopo. Si consideri la variabile aleatoria Xn che dà il genere di un abitante di Herma nel giorno n”. Domande: “1) Rappresentare la situazione con un grafico e scrivere la matrice di transizione T associata. 2) Con l’aiuto di una calcolatrice, calcolare T alla decima. Qual è la probabilità che un abitante di Herma, il cui genere fosse inizialmente femminile, resti femmina dopo 10 giorni?”.
Se la matematica non è un’opinione, nelle scuole francesi la teoria gender si insegna in continuazione e la propaganda del cambio di sesso, di cui ha parlato anche il Papa, esiste eccome. Con buone pace del ministro Najat Vallaud-Belkacem e delle sue risposte piccate.