In cerca dell'amato
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito». Lc 12,35-38
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Lc 12,35-38
Da che parte volgere lo sguardo? Per chi vivere? Per chi lavorare? Uno mira ai soldi fino all’accumulo, alla carriera fino al primo posto. Oppure pretende la minor fatica e attende la pensione. È vivere questo? Non è più bello vivere nell’attesa di una persona amata e desiderata? Magari non come servi che attendono il padrone, ma come l’innamorata che attendo lo sposo. Come la donna del Cantico dei Cantici, che va in giro domandando: “Avete visto l’amore dell’anima mia?”. Come la Maddalena il giorno di Pasqua, che si reca al sepolcro al mattino quando è ancora buio. Quale slancio nasce da questa attesa e da questa ricerca? Quale voglia, quale intensità, quale dedizione? La vita non è regolata da un mansionario di compiti. Si può vivere solo per un amore.