Immigrazione, il piano Mogherini fa acqua
Il piano in 4 punti presentato ieri alle Nazioni Unite è vago e fondato su intenzioni impossibili da realizzare. L'impressione è che alla fine si prepari una accoglienza di massa che andrà ad arricchire ulteriormente i trafficanti di esseri umani. E il peso ricadrà soprattutto sull'Italia.
In attesa che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU autorizzi o meno azioni militari europee contro i trafficanti di esseri umani in Libia, appare già evidente il limite e l’ambiguità di un’operazione, voluta dall’Italia e mal digerita dalla Ue, in cui si vorrebbero combattere i criminali affondando preventivamente i barconi senza però respingere gli immigrati clandestini.
Un’ambiguità che viene messa in luce dal New York Times che riporta una dichiarazione emblematica di Federica Mogherini, ieri a New York per presentare il piano europeo all’ONU. «Lasciatemi assicurare esplicitamente che nessun rifugiato o migrante intercettato in mare verrà respinto contro la sua volontà». Un’affermazione che in poche ore ha fatto il giro del mondo e di certo indurrà molte altre centinaia di migliaia di africani a tentare la sorte sul mare per venire in Europa nonostante secondo l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni siano morti in almeno 1.800 nel corso dei naufragi registrati nei primi 4 mesi di quest’anno.
Mogherini ha illustrato a Palazzo di Vetro la bozza del piano di azione dell'Europa che prevede quattro punti principali: aiuti ai paesi di origine e di transito dei migranti; controlli alle frontiere in Libia e nei paesi confinanti; missioni contro i trafficanti di esseri umani e gli scafisti; suddivisione dei profughi attraverso un meccanismo di quote tra i Paesi dell'Unione.
L’incapacità di Italia e Ue di assumere iniziative militari per salvaguardare i propri confini senza dover chiedere il permesso a nessuno è già di per sé disarmante. L’Egitto non ha certo chiesto autorizzazioni per colpire i jihadisti a Derna né lo ha fatto l’Algeria quando ha distrutto con incursioni militari diversi campi di al-Qaeda in Libia.
Nei fatti il piano Ue risulta poi ridicolo se non accompagnato da respingimenti di massa sul suolo libico di immigrati clandestini che sono per la quasi totalità “migranti economici” e non certo rifugiati di guerra. A dirlo è il direttore di Frontex, l’Agenzia europea per le frontiere, che dieci giorni or sono ha dichiarato a Le Figaro che «i migranti che intraprendono la strada libica ormai arrivano dall’ Africa, non più dalla Siria o dall’Iraq» e per lo più «partono per problemi economici, e possono e devono essere rispediti a casa loro».
I 4 punti del “Piano Mogherini” si prestano infatti a essere demoliti in poche righe. Non è chiaro cosa significhi aiutare i Paesi da dove partono i migranti; se si tratta di donare loro aiuti economici i risultati si potranno vedere solo tra molti anni o forse mai considerato che molti clandestini provengono da paesi africani in rapida crescita economica ma che certo non offrono (e forse mai offriranno) gli standard del welfare europeo. Affermare che occorre controllare le frontiere meridionali libiche, migliaia di chilometri in pieno deserto, ha senso solo se si inviano truppe occidentali a “sigillare” i confini della Libia.
Se invece si spera che a farlo per noi siano gli eserciti di Sudan, Ciad e Niger meglio evitare inutili illusioni: oltre alla corruzione endemica in quei Paesi hanno ben altri guai da affrontare tra insurrezioni etniche e islamiste guidate da al-Qaeda e Boko Haram, e in ogni caso anche una simile operazione richiederebbe anni.
La Mogherini ha invece sottolineato che quella dell’immigrazione è un’emergenza e come tale deve quindi essere affrontata in tempi rapidi. Dovrebbe quindi avere un ruolo fondamentale l’azione militare contro i trafficanti di esseri umani anche se non è stato chiarito che tipo di campagna militare si voglia intraprendere. I due pseudo governi presenti in Libia, in guerra tra loro, hanno già detto che non accetteranno azioni militari unilaterali perché per autorizzare la Ue pretendono un sostegno militare e politico.
Eventuali raid aerei o terrestri per distruggere gommoni e barconi si preannunciano difficili da attuare e con ampi rischi di provocare vittime tra i civili o subire perdite tra i militari negli inevitabili scontri a fuoco con le milizie dei trafficanti. E poi quale credibilità può avere una strategia che prevede di colpire i trafficanti, affondare i barconi ma al tempo stesso accogliere in Italia tutti i clandestini incentivando così l’esodo verso l’Europa e favorendo l’arricchimento delle organizzazioni criminali che lo gestiscono?
L’ultimo punto del “Piano Mogherini” è invece quasi comico. La disponibilità dei partner Ue ad accollarsi quote di immigrati clandestini per un massimo di 20 mila all’anno allenterà ben poco la pressione sull’Italia dove quest’anno il Ministero degli Interni prevede lo sbarco di almeno 200 mila persone, più probabilmente 250 mila mentre tra novembre 2014 e aprile di quest’anno ne sono stati soccorsi e portati in Italia oltre 51 mila.
Inoltre anche questa iniziativa trasmette un messaggio di accoglienza che di certo non scoraggerà i flussi migratori ingrassando i conti bancari dei trafficanti. Di fatto continueremo ad arricchirli affermando di volerli combattere: non è una novità, anche il ministro degli Interni Angelino Alfano celebrò l’avvio di Mare Nostrum nel novembre 2013 fantasticando sull’effetto di deterrenza che avrebbe avuto sui flussi migratori illeciti.
Meglio non scherzare ricordando invece che quando negli anni ’90 gli Stati Uniti decisero di combattere i cartelli dei narcos in Colombia non comprarono stock di cocaina ma inviarono nel Paese sudamericano forze speciali, cacciabombardieri ed elicotteri da combattimento. La Mogherini ha dichiarato che il Consiglio di Sicurezza «condivide il senso di urgenza» perché «bisogna essere sicuri che i barconi non vengano più usati» ma il suo piano fa acqua da tutte le parti.
Per fermare i flussi sarebbe sufficiente riaccompagnare con scorta militare sulle coste libiche tutti i migranti soccorsi in mare appena salpati e approvare d’urgenza leggi nazionali e direttive Ue che specifichino che nessun extracomunitario potrà mai venire accolto a nessun titolo in Europa se avrà cercato di entrarvi rivolgendosi a organizzazioni criminali.
Come stanno realmente le cose lo ha probabilmente detto nei giorni scorsi a Bruxelles l’ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante della Squadra navale della Marina italiana, che parlando alla Commissione Libertà Civili del Parlamento UE ha riferito che è allo studio un’operazione parallela a Triton, gestita da un coordinamento di Marine militari di diversi stati membri, con missione complementare a quella dell’operazione Frontex, che prevedrebbe un più costante pattugliamento in alto mare con presenza di navi più adatte al soccorso e salvataggio. Invece della guerra ai trafficanti l’impressione è che si stia preparando una “Mare Nostrum” targata Ue ma che lascerà i clandestini per la gran parte in Italia. Un’operazione che ha un solo obiettivo: svuotare l’Africa!