Immigrati clandestini, un'emergenza alimentata dal governo
Ventimila clandestini arrivati dall'inizio dell'anno sulle coste italiane, quattro volte più che lo stesso periodo dello scorso anno; oltre la metà degli arrivi solo in luglio e agosto, e in Sicilia la situazione è esplosiva. Tunisini, bengalesi, algerini, ivoriani, migranti illegali che non fuggono da guerre o carestie. E il governo, che a parole aveva detto basta, nei fatti sta favorendo gli arrivi: incapacità o complicità, la situazione è drammatica, ottima solo per Ong e trafficanti di esseri umani. Ed è aggravata dalla tanto sbandierata emergenza Covid. E si affaccia il sospetto che per ottenere il Recovery Fund dall'UE il governo abbia accettato l'invasione di clandestini.
I 353 migranti illegali soccorsi dalla nave Sea Watch 4 saranno trasferiti sulla nave quarantena Allegra dove saranno “allegramente” mantenuti a spese del contribuente italiano. Il trasferimento dovrebbe avvenire al largo di Palermo. Con il loro arrivo in Italia (perché dopo la quarantena sbarcheranno certamente nel Belpaese) si avvicinano a 20 mila i clandestini sbarcati dal mare dall’inizio dell’anno dei quali oltre la metà tra luglio e agosto.
Arrivano soprattutto dalla Tunisia ma anche da Libia, Algeria e persino dalla Turchia, utilizzando velieri che li portano fin sulle coste ioniche della Calabria. Ieri in questo modo ne sono sbarcati un numero imprecisato sulla spiaggia crotonese di Capo Colonna, da dove in molti hanno fatto perdere le loro tracce mentre solo in 45 sono stati fermati dalle forze dell’ordine.
Dall’inizio dell’anno al 31 agosto sono sbarcati 19.379 clandestini contro i 5.253 dello stesso periodo del 2019, quindi quasi il quadruplo: solo tra il 26 e il 30 agosto ne sono sbarcati 1.500 da navi delle Ong, velieri, barchini e barconi.
Tra i clandestini giunti in Italia quest’anno via mare vi sono circa 8mila tunisini, oltre 3mila bengalesi, un migliaio di ivoriani e algerini, 700 pakistani e altrettanti sudanesi oltre a 600 marocchini.
Migranti illegali che non fuggono da guerre o carestie e che dovrebbero venire rimpatriati immediatamente impedendo loro di sbarcare sulle nostre coste.
La situazione può solo peggiorare, specie se la Guardia costiera libica dovesse attenuare le sue attività di controllo dei flussi illegali tenuto conto che da inizio anno ha già bloccato e riportato in Libia quasi 8mila clandestini.
I dati sui flussi illegali via mare sono quindi allarmanti ma quello che invece è disarmante è l’evidente incapacità del governo di fermarli o la complicità nel farli aumentare con la solita accoglienza per chiunque paghi criminali per venire illegalmente in Italia.
Accoglienza, attuata nonostante la tanto sbandierata emergenza Covid, che incoraggia e galvanizza clandestini, Ong e trafficanti.
Il dibattito su quanti positivi al virus siano migranti illegali e quanti italiani tornati dalle vacanze o usciti dalle discoteche è ridicolo e offensivo dell’intelligenza degli italiani. Non solo perché non avendo fatto i tamponi a chi stava per partire per le vacanze o per lanciarsi in balli sfrenati non si può escludere che fosse positivo già prima, ma anche perché se il virus portato dai migranti illegali corrispondesse a percentuali limitate (ma non è così, basti pensare che in Sicilia il 13 agosto su 562 positivi al coronavirus il 40% erano migranti illegali) sarebbero comunque eccessive in un momento in cui c’è chi ventila prossimi drammatici lockdown.
Se esiste davvero un’emergenza sanitaria i porti andrebbero tenuti saldamente chiusi, come del resto prevedeva il decreto del 7 aprile scorso firmato da quattro ministri dell’attuale governo.
Aver disatteso quel decreto solo pochi giorni dopo accogliendo i clandestini sbarcati dalle navi delle Ong induce a prendere in considerazione solo due opzioni: o il governo non crede esista una reale emergenza virale oppure si adopera per diffonderla anche grazie alla distribuzione dei migranti sull’intero territorio nazionale, lasciandoli per giunta liberi di fuggire dalle quarantene.
Valutazioni drastiche ma inevitabili se prendiamo le dichiarazioni dei vertici di governo e istituzioni e le confrontiamo con la realtà concreta. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il 29 luglio aveva definito gli sbarchi a Lampedusa “inaccettabili”: da allora sono sbarcati quasi 7mila clandestini.
Da quando il premier Giuseppe Conte ha detto il 5 agosto che sull’immigrazione illegale “saremo duri e inflessibili” ne sono sbarcati circa 4.500.
Il 12 agosto anche il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha detto pubblicamente che “le persone che non sono legittimamente nel nostro Paese, e a maggior ragione quelle che delinquono, devono tornare nel loro Paese” . Ma da quel giorno sono stati rimpatriati solo poche decine di tunisini mentre sono sbarcati e sono stati accolti più di 4mila ulteriori clandestini.
Dichiarazioni ampiamente riprese dai media ma a cui non sono seguiti fatti concreti. Anzi, Lamorgese ha annunciato la ricerca di navi e caserme (al costo di milioni di euro) per accogliere nuovi clandestini e ha detto di aspettarsi un autunno caldo sul fronte sbarchi.
Anche in questo caso le considerazioni possibili sono solo due: o gli esponenti del governo rilasciano dichiarazioni contrarie ai loro reali proponimenti, oppure il governo italiano non ha la capacità, l’autorità e soprattutto non detiene la sovranità necessaria per concretizzare ciò che afferma, per chiudere porti e confini ai clandestini neppure in condizioni di emergenza sanitaria.
Valutazione che si presta a molte interpretazioni inclusa quella più maliziosa: che per ottenere dalla Ue le condizioni richieste per il Recovery Fund (come già successo in passato secondo le note dichiarazioni dell’ex ministro degli Esteri Emma Bonino), il governo di Roma abbia accettato che quelli italiani siano gli unici “porti sicuri” d’Europa per lo sbarco dei migranti illegali.
Spiegazione plausibile anche perché di fronte a continue fughe dai centri di quarantena e aggressioni alle forze di polizia (che confermano come stiamo accogliendo in buona parte delinquenti e balordi che non contribuiranno allo sviluppo dell’Italia né a pagarci le pensioni) non regge neppure la scusante umanitaria, da sempre sbandierata dal fronte immigrazionista.