IN PRIMO PIANO
Immacolata, una sfida all'uomo d'oggi
La proclamazione del dogma nel 1854 è resa necessaria dalla deriva anticristiana e antiumana che ha portato alle tragedie del XX secolo. Ed è ancora più necessario in questo drammatico tempo.
- Come è nato il dogma, di A. Tornielli
- Papa: «Il suo messaggio è Gesù»
- Come è nato il dogma, di A. Tornielli
Attualità
08_12_2010
Il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima, proclamato da Pio IX nel 1854, insegna che «La beatissima vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale».
Questa definizione dogmatica rappresenta l’esplicitazione di una verità sulla Vergine «piena di Grazia» che era creduta fin dai primi decenni della storia cristiana. Ciò che era assolutamente nuovo, invece, in quel momento, a metà dell’Ottocento, era il contesto della proclamazione. Papa Mastai si mostrò infatti dotato di spirito profetico, perché dopo aver consultato i vescovi prese questa decisione in un momento in cui si rendeva evidente un itinerario culturale e sociale anticristiano e antiumano, che avrebbe poi purtroppo propiziato la nascita dei grandi sistemi totalitari, quei sistemi che avrebbero distrutto la vita, la dignità, la libertà e la responsabilità di milioni di persone.
All’inizio di questa apostasia da Cristo, che si sarebbe rivelata, come ha ben spiegato Benedetto XVI, una apostasia dell’uomo da se stesso, il dogma dell’Immacolata Concezione non dice soltanto la straordinaria condizione di Maria in funzione della sua maternità divina, ma apre davanti al cuore di ogni uomo la possibilità di un annuncio che, in quanto autenticamente cristiano, si rivela anche pienamente umano. E ripropone in termini inesorabili l’affermazione che l’autentica verità dell’uomo è il contenuto della fede in Cristo e nella comunione con Lui.
Per cento anni il popolo cristiano ha resistito all’anticristianesimo imperante affidando la vita propria, quella della propria famiglia e quella delle proprie città e dei propri Paesi alla protezione di Maria. Dobbiamo continuare ad essere certi che siamo suoi figli e che le radici della nostra esistenza affondano nell’infinita grazia di Dio. Credo che questo popolo saprà resistere all’ultima deriva anticattolica e tecno-scientista riaffidando anche il presente, anche questo nostro drammatico tempo, a Maria Immacolata, perché rinasca per tutti e non solo per i cristiani un mondo più umano.
Tutta la Chiesa, e in essa ogni cristiano, cammina ogni giorno con Maria dietro il Signore crocifisso e risorto, e presente nella sua Chiesa. Questo cammino è un cammino di educazione, come diceva Giovanni Paolo II nella Redemptor hominis, di una vera «assimilazione» della persona di Cristo e delle dimensioni fondamentali che Egli ha vissuto. Noi cresciamo giorno dopo giorno in questo cammino. In esso possiamo quotidianamente verificare che la verità di Cristo ci spalanca alla realtà in modo obiettivo e realistico.
Il cuore del Signore, che diventa ogni giorno meno estraneo a noi, ci fa sperimentare quell’ethos della carità che è la vera, viva, grande contestazione della meschinità dell’egoismo e della possessività, ma soprattutto la missione, cioè la collaborazione quotidiana alla potenza di Cristo che salva il mondo oggi, dà ad ogni istante della nostra vita umana la sua dimensione autentica e definitiva: come mi ha insegnato don Giussani, quella dell’eternità. Con Maria, concepita senza peccato, possiamo camminare ogni giorno verso la presenza piena del Signore nella nostra esistenza, sperimentare quella «antropologia adeguata» che è verità nei nostri cuori e nella nostra vita e proposta alla libertà di tutti i nostri fratelli uomini
Questa definizione dogmatica rappresenta l’esplicitazione di una verità sulla Vergine «piena di Grazia» che era creduta fin dai primi decenni della storia cristiana. Ciò che era assolutamente nuovo, invece, in quel momento, a metà dell’Ottocento, era il contesto della proclamazione. Papa Mastai si mostrò infatti dotato di spirito profetico, perché dopo aver consultato i vescovi prese questa decisione in un momento in cui si rendeva evidente un itinerario culturale e sociale anticristiano e antiumano, che avrebbe poi purtroppo propiziato la nascita dei grandi sistemi totalitari, quei sistemi che avrebbero distrutto la vita, la dignità, la libertà e la responsabilità di milioni di persone.
All’inizio di questa apostasia da Cristo, che si sarebbe rivelata, come ha ben spiegato Benedetto XVI, una apostasia dell’uomo da se stesso, il dogma dell’Immacolata Concezione non dice soltanto la straordinaria condizione di Maria in funzione della sua maternità divina, ma apre davanti al cuore di ogni uomo la possibilità di un annuncio che, in quanto autenticamente cristiano, si rivela anche pienamente umano. E ripropone in termini inesorabili l’affermazione che l’autentica verità dell’uomo è il contenuto della fede in Cristo e nella comunione con Lui.
Per cento anni il popolo cristiano ha resistito all’anticristianesimo imperante affidando la vita propria, quella della propria famiglia e quella delle proprie città e dei propri Paesi alla protezione di Maria. Dobbiamo continuare ad essere certi che siamo suoi figli e che le radici della nostra esistenza affondano nell’infinita grazia di Dio. Credo che questo popolo saprà resistere all’ultima deriva anticattolica e tecno-scientista riaffidando anche il presente, anche questo nostro drammatico tempo, a Maria Immacolata, perché rinasca per tutti e non solo per i cristiani un mondo più umano.
Tutta la Chiesa, e in essa ogni cristiano, cammina ogni giorno con Maria dietro il Signore crocifisso e risorto, e presente nella sua Chiesa. Questo cammino è un cammino di educazione, come diceva Giovanni Paolo II nella Redemptor hominis, di una vera «assimilazione» della persona di Cristo e delle dimensioni fondamentali che Egli ha vissuto. Noi cresciamo giorno dopo giorno in questo cammino. In esso possiamo quotidianamente verificare che la verità di Cristo ci spalanca alla realtà in modo obiettivo e realistico.
Il cuore del Signore, che diventa ogni giorno meno estraneo a noi, ci fa sperimentare quell’ethos della carità che è la vera, viva, grande contestazione della meschinità dell’egoismo e della possessività, ma soprattutto la missione, cioè la collaborazione quotidiana alla potenza di Cristo che salva il mondo oggi, dà ad ogni istante della nostra vita umana la sua dimensione autentica e definitiva: come mi ha insegnato don Giussani, quella dell’eternità. Con Maria, concepita senza peccato, possiamo camminare ogni giorno verso la presenza piena del Signore nella nostra esistenza, sperimentare quella «antropologia adeguata» che è verità nei nostri cuori e nella nostra vita e proposta alla libertà di tutti i nostri fratelli uomini
* Vescovo di San Marino e Montefeltro
- Com'è nato il dogma, di A. Tornielli
- Il discorso del Papa a PIazza di Spagna