Il vignettista Gatto quest'anno non ha partecipato al concorso sull'olocausto
Dopo Agim Sulaj, anche il vignettista Alessandro Gatto smentisce la sua partecipazione al concorso di vignette contro l'olocausto organizzato a Teheran. Ne prendiamo volentieri atto, notando però che il nome del Gatto compare nel sito ufficiale della manifestazione e che lo stesso Gatto ha partecipato all'edizione del 2006 della rassegna, vincendo un premio.
Scrivo la presente in nome e per conto del signor Alessandro Gatto il quale lamenta la divulgazione a proprio danno della notizia, inveritiera, che lo contempla tra i partecipanti, in qualità di vignettista, ad un’iniziativa indetta dallo Stato iraniano definita come: “il concorso internazionale per le vignette satiriche che sbeffeggiano l’Olocausto”. Sul vostro quotidiano del 14. 05. 2015 è, infatti, stato pubblicato l’articolo a firma di Luigi Santambrogio, dal titolo: “Vignettisti italiani anti shoa per far ridere gli imam” ove il mio cliente viene indebitamente nominato tra i concorrenti… La partecipazione del signor Gatto al predetto concorso non corrisponde a verità… Nonostante il vostro giornale sia stato tempestivamente informato del grossolano errore, ad oggi non risulta essere pubblicata alcuna rettifica.
Avvocato Alida Manfredi
Fossano 19 giugno 2015
Pubblichiamo volentieri la smentita e prendiamo atto che il signor Alessandro Gatto non ha partecipato al concorso di vignette indetto dallo Stato iraniano. Con alcune precisazioni, però.
1) Non è affatto vero che il nostro giornale “sia stato tempestivamente informato del grossolano errore”: la sola e unica smentita è quella arrivata in data 19 giugno 2015, più di due mesi dopo la pubblicazione dell’articolo. E noi la pubblichiamo.
2) Il nome del signor Gatto compare ancora oggi nella lista di artisti presenti nella pagina sul sito ufficiale della rassegna dedicata all’edizione 2015: www.irancartoon.com. Da qui, dunque, può essere nato l’equivoco della sua partecipazione, cosa peraltro riportata anche da altri autorevoli organi di informazione. Dunque, la smentita dovrebbe essere inviata pure a Teheran che non ha ancora provveduto a cancellare il nome del vignettista dall’elenco. Gatto non ha partecipato alla rassegna Holocaust International Cartoon Contest di Teheran del 2015, ma a quella del 2006, venendo premiato (3 monete d'oro, più un Trofeo, più la Menzione d'onore) per una vignetta raffigurante la giacca di un internato in un campo di concentramento le cui strisce diventano le sbarre della prigione palestinese. In quell’occasione, il ministro iraniano della Cultura, Mohammad Hossein Saffar-Harandi, nel consegnare i premi dichiarava: «L'olocausto è una leggenda e la questione ha raggiunto l'ampiezza che conosce grazie all'azione del presidente Mahmoud Ahmadinejad che ha osato esprimersi sull'argomento e ha permesso di rompere il tabù dell'olocausto» (http://www.lastampa.it/2006/11/01 /esteri/iran-concorso-per-caricature-su-olocausto-5OZO9naRqK1qnxA9R6dRrK/pagina.html).
3) Non capisco allora perché il signor Gatto si senta diffamato dalla “falsa” notizia della sua partecipazione a tale concorso quando ne condivide in pieno lo spirito e le finalità. Si tratta solo di un errore formale, avvallato dalla presenza del suo nome nel sito ufficiale della manifestazione del 2015. Libero lui, dunque, di associare lo Stato di Israele a quello nazista, liberi noi di giudicare politicamente l’operazione.
Luigi Santambrogio
Milano 20 giugno 2015