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Dittatura LGBT

Il vescovo perseguitato: “Pronto al martirio”

La diocesi di Alcalá de Henares sta subendo un’indagine sulla base della legge Cifuentes che prevede multe per chi non accetta l’indottrinamento Lgbt.

Gender Watch 14_04_2019

La diocesi di Alcalá de Henares, retta da monsignor Reig Pla, sta subendo un’indagine da parte della Comunità di Madrid sulla base della famigerata legge Cifuentes, che prevede multe salate per chi non accetta l’indottrinamento Lgbt e aiuta le persone a riscoprire la propria identità maschile o femminile. L’indagine del governo provinciale è iniziata dopo che un giornalista si è finto omosessuale, chiedendo aiuto in un centro di orientamento familiare: ne è seguito un articolo pubblicato l’1 aprile su "El Diario", in cui si accusa la diocesi di tenere corsi illegali «per ‘curare’ l’omosessualità». Alla campagna di linciaggio mediatico e politico Reig Pla ha risposto con carità cristiana, sostenuto da molti fedeli. Pubblichiamo qui alcuni estratti dell’omelia tenuta dal vescovo, sabato 6 aprile, nella cattedrale di Alcalá de Henares.

 

Dopo gli avvenimenti che sono accaduti nella nostra diocesi e dopo tutta la campagna di molestie lungo tutta questa settimana, ho potuto comunicare ai miei fratelli vescovi quello che sto passando. Già giovedì sera [il 4 aprile, in una riunione della Conferenza episcopale spagnola, ndr] il presidente mi ha dato la parola per esprimere quello che pensavo sulla situazione.

Ho iniziato dicendo, cari fratelli vescovi, che non chiedo niente per la mia persona. Io prego con voi i Salmi e dico sempre: solo in Dio riposa la mia anima, non in una conferenza episcopale. Il mio riposo - ieri, oggi, e sempre - è in Dio. Ma stanno facendo del male ai nostri figli, stanno danneggiando una missione della Chiesa come i centri di orientamento familiare, dove va liberamente qualunque persona. E questo non lo possiamo consentire. Non si tratta in nessun modo di andare contro nessuno, ma si tratta di salvaguardare la libertà della Chiesa, di salvaguardare la libertà religiosa, e di impegnarci se necessario fino al martirio per servire coloro che soffrono e aspettano una parola di speranza da noi pastori della Chiesa: non li possiamo abbandonare.

Cosa facciamo in un centro di orientamento familiare? Accudiamo tutti coloro che liberamente vengono a cercare aiuto sia personale sia matrimoniale sia familiare e qualsiasi tipo di situazione che necessita di una parola di consolazione, di aiuto pastorale, spirituale, offrendo accompagnamento in qualsiasi situazione.

È avvenuto un […] miracolo: i giovani, che stanno venendo accuditi nel nostro centro di orientamento familiare, sono usciti a manifestare la loro testimonianza. E questo in Spagna è una novità assoluta perché il tema di ciò che significa l’educazione all’affettività, l’educazione nella maturazione dell’amore, nella mascolinità e femminilità, è un tabù. Avere giovani coraggiosi e anche adulti che escono a dare testimonianza del bene che procura loro la Chiesa per maturare nella loro mascolinità e femminilità e nella loro vocazione all’amore, è qualcosa di nuovo, come diceva il profeta Isaia: “Il nostro Dio apre strade nel mare”. E il mare, in questi tempi, in Spagna è un mare tempestoso, perché viviamo in una cultura perversa. Viviamo momenti in cui la libertà è disordinata […]. È, potremmo dire, stabilire il male come bene e dargli il titolo di giustizia, sia per gli inizi della vita umana sia per il termine della vita, sia riguardo a ciò che è la vocazione originaria della persona all’amore.

[Il Signore] anche oggi apre un cammino di libertà e di speranza, perché il Creatore e il Redentore è l’unico che ci può dare un futuro e un destino eterno. Quanto mi piacerebbe poter dire questo a tutte le persone che pensano che la Chiesa cattolica sia sua nemica. Noi annunciamo una Verità che restaura il cuore. […] Apriamo strade dove non possono neanche i professionisti delle varie scienze umane perché contiamo sulla grazia redentrice di Gesù Cristo che restaura il cuore delle persone.

Il Signore ha aperto cammini […] nelle terre desolate, inaridite per carenza d’acqua, e nelle vite personali, familiari e sociali dove non hai nessun motivo di speranza […]. Ho incontrato persone vicine al suicidio, e Dio le ha restaurate totalmente, ho trovato matrimoni totalmente disfatti e il Signore li ha totalmente restaurati […]. Meglio di come lo dice san Paolo non lo può dire nessuno, perché quando è stato trovato Gesù Cristo, quando uno entra nel centro di orientamento familiare e gli annunciano che c’è un Medico che cura tutte le infermità che è Gesù Cristo, possono dire - se accolgono questa parola - di conoscere lo stesso di san Paolo. Per me la vita è Cristo. Tutto il resto che è la mia fama, la mia carriera, la mia tranquillità, lo considero immondizia: niente è comparabile a Cristo.

Cari amici, se sapeste cos’è il perdono di Dio! […] Dio, quando perdona - qualunque sia la vita, la più disastrosa, la più criminale - quando Dio perdona non guarda semplicemente dall’altro lato, non pulisce semplicemente, non lava semplicemente… crea un cuore nuovo. La prostituta che ha smesso di essere prostituta, quella che ha abortito e che ha già smesso di essere una donna che ha abortito, è una donna nuova; quello che viene con una vita affettiva distrutta, sarà fatto nuovo, perché il Signore regala con il perdono e con la penitenza un cuore nuovo. Torni a essere quel che dice il profeta, da un deserto a un giardino.

Il centro d’azione familiare lavora con molte chiavi, una di queste è il perdono: anche per quello che ti ha causato realmente ferite […] e che può essere tuo padre, può essere tua madre, può essere tuo fratello, tua sorella o qualsiasi altra persona, e può essere che nell’infanzia hanno abusato di te […]. Puoi essere aiutato con la luce della ragione e di tutte le scienze umane, però alla fine arriva un momento in cui se non interviene Dio, se non interviene il perdono di Dio che crea un cuore nuovo, le cose finiscono per non sistemarsi mai.

E questo è quello che dobbiamo procurare noi, in questa Quaresima che ci sta portando alla Pasqua, lasciarci guardare dagli occhi di misericordia di Gesù che dice: “Donna, nessuno ti ha condannato. Va’ e non peccare più, nemmeno io ti condanno”. Vai e non peccare più. Il peccato distrugge le persone… possibilmente questa peccatrice è quella che poi fu seguace di Gesù Cristo e stette ai piedi della croce, che ha lo sguardo di Gesù Cristo che trasforma il cuore.

Ma noi allora perdoniamo quelli che ci hanno offeso, perdoniamo quelli che ci molestano, perdoniamo quelli che hanno desiderato distruggerci perché non sanno quello che fanno, perché sono carichi di ideologia perché hanno una menzogna rispetto a ciò che è la Chiesa e la sua missione, perché non conoscono bene quello che facciamo attraverso tanti ministeri nella Chiesa cattolica e particolarmente attraverso i centri di orientamento familiare.

A volte la gente mi domanda: “Lei non soffre con queste cose?”. Come tutte le persone, io non sono di granito, non sono una roccia che sta lì  e che non puoi scuotere…  se il Signore ha fatto attenzione a me e mi ha amato, Lui è tutta la mia speranza, confido solo nella Misericordia di Dio. E quando uno vive così, il Signore gli regala la libertà di spirito, che è la più grande, non una libertà disordinata per fare le cose cattive, ma la libertà di spirito […].

Cari seminaristi, non abbandonate mai il gregge, e siate disposti a morire per Lui e a dare la vita per loro […] Pertanto concludo dicendo: voi siete le viscere del vostro pastore, il cuore del vostro pastore, quello che è stato chiamato a venire qui per dare la vita per voi, e dovete pregare perché il vostro vescovo sia così, che sia disposto fino al martirio a dar la vita per voi.

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