Il trionfo politico di Angela Merkel
Un trionfo per Angela Merkel, il primo leader europeo ad essere confermato in tempo di crisi. Ed è anche il miglior successo per la Cdu-Csu (l'unione dei conservatori) dalla riunificazione ad oggi. Una formazione che, nel corso degli ultimi anni, ha assunto connotati sempre più socialdemocratici e sottrae elettori alla Spd.
Era lo scenario più facile da prevedere: buona tenuta dell'Unione Cdu-Csu (il risultato è addirittura ottimo, un 41,5%), con “Mutti” Angela Merkel unica, vera vincitrice di queste elezioni, debacle storica per i liberali della Fdp (10% in meno rispetto a quattro anni fa, per la prima volta fuori dal Bundestag dal 1949), perdita significativa per i Verdi e mancato decollo dei socialdemocratici della SPD di Peer Steinbrück.
Rilevante il risultato della nuova formazione AfD, Alleanza per la Germania (che non è solo un partito “anti-euro” come da troppi sostenuto per semplificare), costituitasi appena sei mesi fa, ma non al punto da far immaginare un possibile governo con l'Unione. Tiene la Linke, la sinistra d'ispirazione comunista, ma non esiste alcuna possibilità che la Spd si sieda ad un tavolo di governo insieme agli eredi della Sed tedesco-orientale dei tempi della Germania divisa. Altrettanto prevedibile lo sbocco politico, “senza alternativa”, direbbe la Merkel: una nuova edizione della Große Koalition (Cdu-Csu e Spd), con la cancelliera ancora al timone, come negli anni 2005-2009. Altro che “rischio ingovernabilità”, come sosteneva appena tre giorni fa qualche commentatore italiano (Tarquini su “Repubblica”, tanto per non fare nomi). Quello che si sta profilando è il compimento di un processo più o meno apertamente voluto dalla Merkel: liberarsi del “peso” dei liberali e trasformare l'Unione (la “sua” Cdu in particolare) in un partito dai tratti sempre più socialdemocratici, togliendo, per così dire, il terreno da sotto i piedi della Spd. Quest'ultima non potrà dire di no ad una nuova Grande Coalizione, anche perché, pur senza particolari meriti, in questo modo avrà la possibilità di tornare a dire la propria nel governo federale (il potere è sempre il potere).
Tuttavia, i socialdemocratici sanno bene che il loro sarà solo un ruolo di comprimari. Non solo perché la Merkel e la sua abilità politica escono ultra-consolidati dal voto (se non altro per essersi dimostrata nei fatti impegnata a difendere strenuamente gli interessi del proprio Paese), piuttosto e principalmente perché nella concrete scelte fatte, soprattutto su temi di politica interna, la sua è stata, e continuerà ad essere, una politica socialdemocratica, tendente ad un ulteriore rafforzamento dello Stato sociale ed assistenziale.
Insomma, un trionfo per Angie e un inequivocabile spinta alla continuità della sua linea politica, tra le mura di casa, come in Europa.