Il tradimento
Gesù disse: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». Mt 26,23-25
Gesù disse: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». Mt 26,23-25
Giuda si palleggia tra la consegna del tradimento e un’ambigua posizione davanti a Gesù che afferma: “Uno di voi mi tradirà”. Giuda domanda: “Sono forse io, Signore?”. Quale contrasto abita il cuore dell’uomo, quale inganno lo prende? Amicizia e tradimento, fiducia e delusione. Giuda è il prototipo dell’uomo che pensa di seguire Gesù tenendosi in cuore una propria pretesa e un proprio progetto. Noi condanniamo Giuda e ne facciamo il simbolo del tradimento e della disperazione. Ma ci sentiamo trafitti dal filo sottile della sua stessa ambiguità e pretesa. Quando accetteremo di guardare Gesù con il cuore pentito e affidato di Pietro, l’apostolo che, nella fragilità e debolezza, si è lasciato trafiggere dalla tenerezza del suo sguardo?