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IL LIBRO

Il segreto di un buon matrimonio? Lo shampoo

Gioca con la celebre canzone di Gaber, ma va oltre, il nuovo libro di Paolo Pugni. «Un bello shampoo, una bella lavata di testa, ogni tanto, non può che essere utile. Quindi di fatto mia moglie è il mio personal trainer».

Cultura 18_09_2017

Una recente ricerca ha evidenziato che gli uomini sottoposti a un continuo sottile stato di stress, di ansia, vivono molto più a lungo e sono molto più pronti e brillanti. 

A rigor di logica, quindi, tutti i maschietti che decidono di avventurarsi nella vita a due con una donna fanno un investimento per la vita. O, almeno, così la pensa Paolo Pugni, che nelle prime pagine del suo libro Shampoo. Non è un problema di forfora, ma di pace coniugale – in uscita il 15 settembre per la collana “UOMOVIVO - Umorismo, vita di coppia, Dio” della Berica Editrice – afferma di avere un personal trainer d'eccezione, che tiene sempre alto il suo rendimento, sua moglie Franca. «Quasi quasi – scrive – ti faccio uno shampoo.


 Sì, avete letto bene. Non MI faccio. Quella era la canzone di Gaber. Questa è la nostra canzone. E io NON sono il soggetto. Così, nel dubbio, Franca lo shampoo lo fa a me.
Ma perché mi vuole bene, sia chiaro. Un bello shampoo, una bella lavata di testa, ogni tanto, non può che essere utile.
 [...] Quindi di fatto mia moglie è il mio personal trainer. Si prende cura di me, mi educa. Del resto è della scuola di sua nonna la quale affermava che gli uomini si possono curare, ma non guariscono mai. Si addomesticano, ma non perdono mai del tutto quella parte di selvaggio che li contraddistingue. E quindi, ogni tanto bisogna fare loro uno shampoo
».

Paolo e Franca si sono sposati trent'anni fa e, a dispetto di ogni statistica, non solo stanno ancora assieme, ma hanno anche all'attivo tre figli (... e, da qualche mese, anche una nipotina!). L'eccezione che conferma la regola, o la riprova del fatto che quel "mistero grande" di paolina memoria, se poggia le basi sulla solida roccia del matrimonio sacramentale, può aprire già qui in terra le porte all'eternità? 

La vita matrimoniale non è semplice, richiede un quotidiano lavoro su se stessi e sulla relazione di coppia, da svolgere talvolta con il bisturi e talvolta con la cazzuola. Uomo e donna provengono da due pianeti differenti, è assodato: ragionano, percepiscono, concretizzano in maniera diversa, talvolta agli antipodi. 

Eppure condividere la propria vita con un'altra persona è estremamente arricchente sul piano dell'acquisizione delle virtù – qualche "shampoo" vicendevole non può che far bene, di tanto in tanto – e può addirittura rivelarsi divertente. A un patto, ovviamente, che non manchi mai una buona dose di umorismo e la capacità di "non prendersi troppo sul serio"... 

Shampoo. Non è un problema di forfora, ma di pace coniugale coinvolge e fa sorridere, nello svelamento di piccoli episodi della quotidianità avvenuti nel corso degli ultimi dieci anni in casa Pugni. Si tratta – come scrive lo stesso Autore – di un album di famiglia che racconta una vita di crescita assieme, narrato non tanto seguendo lo svolgersi cronologico dei vari siparietti, quanto più il filo rosso di una trama in continua evoluzione. 

Sia chiaro: non si sta parlando della famiglia del Mulino Bianco: «Per nulla! – si legge nel libro –Siamo molto di più. Siamo una famiglia vera e unita». 

Pagina dopo pagina troviamo quindi il marito che non trova la polo nell'armadio, il figlio adolescente con la risposta pronta, la moglie che si lamenta del fatto che «Noi non parliamo mai» e via discorrendo... tutti pretesti che l'Autore utilizza per andare a spiegare e puntualizzare alcune pieghe del rapporto uomo / donna che non risultano di immediata e facile comprensione, neanche dopo anni di matrimonio. Un esempio, su tutti: la moglie è all'opera (come sempre, in ossequio alla terapia occupazionale "fai e guarisci"), mentre il marito è sdraiato sul divano in stato di semi-coscienza; notando i movimenti della propria signora, preso da un residuo senso del dovere, l'uomo accenna un timido: «Ti posso aiutare?», ma riceve in risposta: «No, riposati che sei stanco, faccio da sola». Bene – nota Pugni – «siccome tutti i manuali del mondo ci hanno insegnato, e noi alla fine abbiamo anche capito, che la frase “no, riposati che sei stanco” in realtà è un codice criptato che significa “e certo che voglio che mi aiuti, brutto scansafatiche: non lo vedi come sono messa?”, noi insistiamo e talvolta si giunge al paradosso di litigare per la ragione opposta alla quale si vorrebbe realmente litigare, anche se si tratta più di scaramuccia che di rissa. Propongo quindi di trovare una soluzione che acquieti gli animi e faccia contenti tutti: noi promettiamo di scattare in piedi come una molla e di venire in vostro soccorso mentre siete indaffarate in occupazioni terapeutiche – ma leggere o guardare la tv no, eh? – in cambio voi vi lasciate aiutare e se avete qualche cosa da dirci lo fate usando un linguaggio comprensibile, anche se questo per voi vuol dire abbassarvi a quel volgare e banale uso della logica tipico maschile. Che ne dite? Gotta deal?». 

Il matrimonio, ad ogni modo, è una via per (e di) santità, nella certezza che “Omnia in bonum”, tutto concorre al bene: basta tenere lo sguardo – come singoli, come coppia, come famiglia – orientato verso Colui che ci ha voluti e amati fin da principio. 

E, per i momenti di minor elevazione mistica, forse basta un semplice shampoo. ... phon.