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POTERE FEMMINILE

Il segreto delle donne che il mondo non festeggia

Se la retorica dipinge la femmina come vittima da liberare dandole più responsabilità e indipendenza, le tre storie di una moglie, una cantante e un'imprenditrice dimostrano l'opposto: per ottenere il rispetto e l'amore bisogna saper usare il potere già inscritto nel Dna del gentil sesso, capace di raggiungere ciò che vuole quanto più rinuncia al suo dominio. L'esempio più grande è la Madonna che, da vera maestra, insegna come diventare "irresistibili".

Cultura 08_03_2017
La cantante cristiana Celine Diaz

Sono oltre cent’anni che le donne occidentali si chiedono come avere più potere, ma dimenticando che non hanno nulla da ottenere di fatto lo hanno perso. Le donne, infatti, il potere non se lo devono conquistare perché il comando sulle relazioni è un dono inscritto nel loro stesso Dna. Pur messe in ombra dal mainstream esistono femmine che lo hanno capito e che usano di questo dono per rimettere anche il maschio al proprio posto. Nel dicembre scorso Kathy Murray ha raccontato alla Bbc cosa accade quando una qualità fondamentale del proprio sesso, spesso per ignoranza, non viene messa a frutto propriamente, rischiando di trasformasi in un boomerang che getta nella ricerca di qualcosa di esterno per ottenere ciò che non si sa di possedere già. 

Murray, californiana a rischio divorzio, spiega di come fosse convinta che spettasse alla donna educare i figli, “gestire i soldi, per cui litigavamo (…). Lavoravo a tempo pieno come responsabile economico di una scuola privata e facevo anche volontariato nella scuola dei miei figli”, mentre “mio marito si riposava guardando la tv o curandosi degli animali domestici e io mi arrabbiavo perché ignorava i miei bisogni”. E, come spesso accade di fronte alla non curanza e all’egoismo maschili, la ribellione e il tentativo di dominare il suo uomo crescevano. Ma più Murray cercava di assumere il ruolo maschile, dando gli ordini e rifiutando la dipendenza dal marito, più lui si faceva debole e irresponsabile. Così fu presa anche dalla tentazione di consolarsi saltuariamente nelle braccia di altri uomini, probabilmente irresponsabili quanto il marito.  Ma, pur non cedendo, si era ormai era decisa a divorziare.

Fu a quel punto che a Murray capitò di leggere un libro dal titolo provocatorio: “Surrendered Wife” (“Moglie arresa”) di Laura Doyle. “Fu umiliante – racconta – capire  perché il mio matrimonio stava fallendo (…) non capivo che stavo mancando di rispetto a mio marito, che avevo io il controllo e che ero critica (…) non sapevo che il rispetto per gli uomini fosse come l’ossigeno e che quindi non potevo stupirmi se mio marito non era più interessato a me anche sessualmente”. La donna si rese conto anche delle volte in cui lo aveva privato della sua autorità contraddicendolo davanti ai figli, perciò leggendo “decisi di cambiare completamente, di chiedere a mio marito il permesso per ogni cosa, all’inizio lamentandomi con il consulente familiare perché non sapeva più (il marito, ndr) prendere anche piccole decisioni”. Ma oltre a riconsegnare a lui il timone “mi sono concentrata sulla mia felicità, senza pretenderla da lui, non più comportarmi come sua madre ma come la sua donna”. Così i litigi piano piano scemarono e “mio marito cominciò a volermi tenere la mano o a tirarmi a sé per darmi un bacio”. Il risultato è stato che di fronte alla docilità materna anche i figli iniziarono ad obbedire e “la nostra casa è tornata pacifica e piena di gioia”. Murray ha compreso il suo errore e ha umilmente deciso di chiedere scusa al marito e di sacrificarsi, accettando di perdere il controllo per esercitare il suo potere al servizio di tutta la famiglia, ottenendo così l’amore e la complicità che desiderava.

Se chiaramente la distanza fra l’uomo e la donna, dipinti dalla nostra società come mondi nemici, non ha fatto che accrescere la diffidenza fra una femmina che si fa sempre più dominatrice e un uomo sempre più irresponsabile ed egoista, il femminismo ha ingannato le donne anche nel dominio sui figli, spesso educati come una propria proiezione, se non addirittura prodotti in laboratorio o abortiti. Che si sa, è come il gatto che si morde la coda: di fronte al disordine si reagisce esercitando un crescente controllo, che facendo aumentare il caos spinge ad un ulteriore dominio. Ma anche in questo caso ci sono esperienze del tutto diverse a dimostrare come l’abbandono del proprio progetto e il sacrificio per i figli donano pace alle donne, confermandole sul fatto che la loro natura è quella di abbandonarsi, accogliere e dare. Celine Diaz è una giovane cantate di Santo Domingo che ha raccontato la sua gravidanza difficile spiegando quanto fosse frustrante all’inizio dover rinunciare a tutti i suoi impegni per rimanere a letto. Addirittura, spiega, non esercitando più “il mio ministero di diffondere Dio attraverso la musica”, (una missione che si sentì affidare da Dio stesso), “non capivo se stavo facendo la sua volontà”. Ma poi “pregai Dio”, sapendo “che risponde sempre”. Chiedendo una conferma sul suo stare a riposo, Diaz improvvisamente cominciò “a provare una grande pace e gioia (…), dovendo rinunciare a qualcosa che amavo tanto come il servire Dio” anche per “amore di mia figlia”. Ma dover dipendere in tutto “è stata una delle lezioni più grandi ricevute da Dio (…) che mi chiamava a un’intimità maggiore con Lui”, facendole capire che “è Dio che è fedele in ogni cosa (…) che la felicità non sta nel realizzare i nostri piani, per buoni che siano, ma nel fare la sua volontà dove ci chiama”.

Lo stesso abbandono a Dio e al suo uomo lo sta vivendo in queste ore un’altra donna che rende evidente quanta forza possa assumere il gentil sesso quando fonda la sua consistenza nel Signore. Carol Laney sta infatti facendo una cosa che nessuna delle star femministe, che incitano al libertinaggio e all’aborto con il plauso di tutto il mondo mediatico, riuscirebbe a fare da sola se si trovasse improvvisamente tutti contro. La donna, proprietaria insieme al marito di un teatro dell’Alabama, è sotto i riflettori dei grandi media per essersi rifiutata di mandare in scena la nuova versione sodomita della “Bella e la Bestia” prodotta da Disney. Laney, supportata dal marito, ha spiegato che se non può guardare un film con Dio “a fianco allora non mi interessa nemmeno farlo vedere”. E anche se “so che qualcuno non sarà d’accordo con questa decisione. Non importa. Siamo innanzitutto e soprattutto cristiani. Non faremo compromessi rispetto a quello che dice la Bibbia”.  Laney va avanti certa, nonostante la bufera che tenta di travolgerla.

Dunque in un mondo in cui le donne ricercano forza, amore e rispetto nei modi e nei luoghi sbagliati, c’è chi ricorda loro che più ci si affida all’amore di Dio anche attraverso l’obbedienza al proprio uomo, più ci si mette nella posizione di ricevere per essere appagate e felici. Esattamente come la Madonna le cui suppliche sono irresistibili al Signore “perché ha guardato all’umiltà della sua serva”. A ribadire che il potere femminile consiste paradossalmente nel cederlo come ha fatto lei esemplificando il significato delle parole di suo figlio, per cui “chi vuole essere grande tra voi si farà vostro servitore”.