Il Santo Rosario, una guida per capire e per pregare
Nel nuovo libro Il Santo Rosario. La preghiera che Maria desidera, padre Livio Fanzaga e Saverio Gaeta, ripercorrono sin dalle origini la storia di questa antica devozione. Il testo, sotto forma d’intervista, è un ottimo strumento di conoscenza ed anche di meditazione, che accompagna il lettore nell’orazione dei santi misteri.
Se ogni cristiano sapesse di quale straordinario potere è capace il Santo Rosario, non se ne separerebbe mai. Se davvero gli uomini conoscessero i miracoli che la recita di questa preghiera porta con sé, essi non esiterebbero ad inginocchiarsi quanto più possibile.
«Non esiste problema, per quanto difficile, di natura materiale o specialmente spirituale, nella vita privata di ognuno di noi o in quella delle nostre famiglie, delle famiglie di tutto il mondo, delle comunità religiose o addirittura nella vita dei popoli e delle nazioni, che non possa essere risolto dalla preghiera del Santo Rosario. Non c'è problema, vi dico, per quanto difficile, che non possa essere risolto dalla recita del Santo Rosario». Così parlò suor Lucia di Fatima, che in un messaggio semplice, quanto dirompente rivelò l’essenza più profonda di questa devozione mariana.
E ne aveva di ragioni la piccola pastorella, poi monaca del Carmelo, per parlare in quel modo. Fu a lei, infatti, che la Madonna nel 1917 promise l’impensabile: il Rosario come arma per porre fine alla Prima Guerra Mondiale; la Coroncina dorata come mezzo per realizzare la pace nel cuore dell’uomo ma anche la fine dei conflitti su questa terra. In realtà, ciò che la veggente di Fatima riferì sulla potenza del Santo Rosario non rimase un messaggio isolato, tutt’altro. Ogni qual volta la Santa Madre di Dio è apparsa sulla nostra terra, Ella non ha mai mancato di raccomandare, e finanche di supplicare, i suoi figli di affidarsi totalmente alla Sua preghiera. Sicché, si può dire con certezza, che il Santo Rosario è un dono che viene direttamente dalla Vergine Maria, la quale, in cambio, promette grazie incommensurabili.
Nel nuovo libro Il Santo Rosario. La preghiera che Maria desidera, (Editore Sugarco), padre Livio Fanzaga e Saverio Gaeta, ripercorrono sin dalle origini la storia di questa antica devozione. Il testo, sotto forma d’intervista, è un ottimo strumento di conoscenza - poiché ricco di riferimenti storici - ed anche di meditazione, in quanto accompagna il lettore nell’orazione dei santi misteri. Ma ciò che più colpisce della trattazione, è la concretezza con cui emerge il legame vivissimo, presente e diretto tra la Beata Vergine e la Sua preghiera. Tanto che, la recita del Rosario, risulta come un tempo speso in compagnia della Mamma Celeste. A tal proposito, giova nel testo il riferimento a papa Giovanni Paolo II: il Santo Padre ebbe con la preghiera di Maria un rapporto privilegiato – la definiva un «colloquio confidenziale con Maria»- e ne diede un’illuminante indicazione di metodo.
«Papa Wojtyla», scrive padre Livio, «ebbe un’idea meravigliosa che ho subito fatto mia: il Rosario lo si dice con la Madonna, meditando con Lei i misteri di Gesù, guardando a Gesù con gli occhi di Maria, pensando a Gesù con i pensieri di Maria, amando Gesù con il cuore di Maria, seguendo Gesù con lo zelo di Maria. Detto così, con le Ave Maria che richiamano sempre questa presenza della Vergine, il Rosario diventa veramente una preghiera di gioia». Ma quali sono queste grazie che Maria concede ai suoi figli?
Alano de la Roche è considerato l’apostolo del Santo Rosario in diverse nazioni europee, nonché il suo codificatore ufficiale. Il monaco domenicano, durante le apparizioni mariane ricevute tra il 1463 e il 1468, ebbe in dono direttamente dalla Vergine quindici promesse rivolte a tutti i devoti del Santo Rosario in ogni tempo. Secondo quanto scritto nelle sue memorie, così parlò la Madonna: «A tutti coloro che reciteranno devotamente il mio Rosario prometto la mia speciale protezione. Chi persevererà nella recita del mio Rosario, riceverà grazie potentissime. Il Rosario è un’arma potente contro l’inferno: esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato e abbatterà le eresie. Il Rosario farà rifiorire le virtù e le buone opere, e otterrà alle anime la più abbondante misericordia di Dio. Chi confiderà in me recitando il Rosario, non sarà oppresso dalle avversità. Chi reciterà il Rosario meditandone i misteri, non sarà punito dalla giustizia di Dio: si convertirà se peccatore, crescerà nella grazia se giusto e sarà fatto degno della vita eterna. I devoti del mio Rosario, nell’ora della morte, non moriranno senza sacramenti».
«Coloro che recitano il mio Rosario», prosegue Alano de la Roche, «troveranno durante la vita e nell’ora della morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie, e parteciperanno ai meriti dei beati in paradiso. Ogni giorno libererò dal purgatorio le anime devote del mio Rosario. I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gloria in cielo. Tutto quello che verrà chiesto mediante il Rosario sarà ottenuto. Quelli che propagheranno il mio Rosario verranno da me soccorsi in ogni loro necessità. Ho ottenuto da mio figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano come fratelli nella vita e nell’ora della morte i santi del cielo. Coloro che reciteranno il mio Rosario fedelmente, saranno tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù. La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione».
Ma ciò che il beato rivelò oltre mezzo millennio fa, venne poi riconfermato a più riprese nelle recenti apparizioni degli ultimi due secoli di storia. Come a dire che il piano di eterno amore di Maria per i suoi figli non ha limiti e non si ferma dinanzi a nulla. Da Lourdes (1858), a Fatima (1917), sino a Medjugorje (1981), la Madre di Dio -piena di Grazia e Misericordia per chi la invoca - è portatrice un unico grande progetto: la conversione dei peccatori, la pace nei cuori e sulla terra, la salvezza delle anime e del mondo intero. Per questo ci dona il Suo Rosario, perché con esso possiamo sconfiggere il male e camminare sulla via della santità. Ma soprattutto possiamo partecipare ora della gioia suo eterno amore. «Se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia». (1982, Medjugorje).