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Il ritorno del Papa all'insegna del fuori programma

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Ieri le dimissioni dal Gemelli, annunciate a sorpresa, e la prima apparizione pubblica di Francesco. Che in prossimità del Vaticano chiede di riprendere la via per Santa Maria Maggiore. Un primo assaggio di quanto sarà difficile "blindare" la convalescenza.

Ecclesia 24_03_2025
La Presse  (AP Photo/Marco Ravagli)

Un Papa sofferente che non rinuncia alla parola, né all’ironia. Questa è la prima immagine di Bergoglio dopo 38 giorni di degenza al Gemelli passati da fedeli e addetti ai lavori sull’altalena dei bollettini medici. Lo scorso sabato c’era stata prima la notizia della prima apparizione dalla finestra in occasione dell’Angelus domenicale, poi la convocazione del briefing pomeridiano con lo staff medico durante il quale era stato dato l’annuncio delle dimissioni dall’ospedale.
Polmonite risolta, ha spiegato il professor Sergio Alfieri, capo dell’equipe medica del Gemelli, ma persistono dei batteri e il Papa ha comunque bisogno dell’ossigeno e di una convalescenza di almeno due mesi. Francesco, che ama ripetere «sono ancora vivo», in 38 giorni è stato in pericolo di vita due volte. L’ossigenoterapia ad alti flussi ha lasciato conseguenze e ha reso più difficile la parola all’anziano Pontefice.

Date queste premesse, i fedeli che lo attendevano nel piazzale del Gemelli non si aspettavano di sentirlo anche parlare. E invece Bergoglio, affacciatosi verso mezzogiorno al balcone del secondo piano del Policlinico, è riuscito a pronunciare qualche frase. Un ringraziamento per la preghiera e poi un simpatico elogio ad una signora – più tardi abbiamo scoperto che si chiama Carmela, è una calabrese residente a Roma e in più di un mese si è recata tutti i giorni al Gemelli per pregare sotto la finestra papale – che aveva con sé un mazzo di rose gialle.
Vedere il Papa disorientato, dimagrito, sofferente ha fatto un certo effetto a chi in questi dodici anni si è abituato ad ammirarne l’energia. Considerato il luogo, difficile non farsi tornare alla mente l’immagine di Giovanni Paolo II che esattamente vent’anni fa si toccò la gola per far capire al «suo» popolo di non riuscire a parlare.

Uscendo dall’ospedale, dopo aver salutato i dirigenti e i medici del Gemelli, Francesco ha fatto Francesco: arrivato alla Porta del Perugino pronto per far rientro in Vaticano, ha chiesto all’improvviso agli uomini della sicurezza di riprendere la strada per fare una sosta a Santa Maria Maggiore. L’intento era quello di mantenere la tradizione della preghiera di fronte all’icona mariana della Salus Populi Romani. Arrivato in Basilica, però, il Papa non è sceso dalla macchina e si è limitato a far consegnare il mazzo di rose – lo stesso di Carmela – al cardinale Rolandas Makrickas. L’arciprete coadiutore, fresco di porpora nell’ultimo concistoro, ha seguito le indicazioni papali ed ha deposto i fiori davanti all’icona mariana. Il corteo papale ha fatto poi ritorno, stavolta sì, in Vaticano.

Il fuori programma di ieri a Santa Maria Maggiore ha dato un assaggio di quanto sarà difficile convincere il paziente Bergoglio ad una convalescenza blindata. Ma dentro le sacre mura sono ancora in molti a ricordare il precedente di Giovanni Paolo II che, dimesso dal Gemelli il 10 febbraio 2005, si buttò subito a capofitto nell’agenda papale tra giri in papamobile, udienze, Angelus senza vetro antifreddo. Un’attività frenetica a cui seguì una crisi più intensa e un nuovo ricovero appena tredici giorni dopo.

L’equipe medica che ha in cura Francesco non vuole correre un simile rischio ed ha intenzione di chiedere disciplina al malato. E così Santa Marta, nata come un albergo e rimasta tale fino ad oggi, si prepara a diventare anche un po’ casa di cura per il suo ospite più famoso. Già fino ad oggi il secondo piano della struttura, quello del suo appartamento privato, è sempre rimasto a sua completa disposizione. Ora, però, la necessità di blindare la convalescenza lo renderà ancora più inaccessibile.
I medici contano sulla moral suasion che sarà in grado di esercitare su Bergoglio il suo assistente sanitario personale Massimiliano Strappetti, ovvero l’infermiere che nell’estate del 2021 lo convinse a farsi operare al colon e gli salvò così la vita e che ieri lo ha assistito durante l’apparizione dal balcone del Gemelli.



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