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BRASILE

Il Rinascimento italiano in bella mostra

Centinaia di migliaia di persone sono accorse a vedere la grande mostra sul Rinascimento italiano allestita a Sao Paulo, in Brasile. Dall'altra parte del mondo. "I Maestri del Rinascimento. I capolavori italiani" è un esempio di valorizzazione della nostra arte.

Cultura 10_10_2013
Cristo Benedicente, Raffaello da Brescia

La mostra di San Paolo in Brasile dal titolo “I Maestri del Rinascimento. I Capolavori Italiani” si è conclusa nei giorni scorsi con un risultato sbalorditivo: oltre trecentomila persone sono accorse a visitarla in meno di tre mesi, un successo che gli organizzatori si augurano di potere replicare a partire dal 12 ottobre a Brasilia, seconda sede dell’esposizione. Considerando le distanze culturali tra il Brasile e il l’Italia, il risultato “in terra verde oro” assume, per contrasto con la nostra tradizione artistica, un significato ancora più sorprendente.

Uno studio del 1983 riferiva che il Pil dell’Italia risiede soprattutto nel suo patrimonio d’arte, quindi nella sua bellezza. L’evento brasiliano sembra confermare questa tesi e accrescere la speranza che anche questa vetrina internazionale risvegli la coscienza di chi è impegnato a trovare risorse per fare ripartire il sistema Italia. La rivalutazione delle immenso tesoro artistico e culturale può essere una base molto solida su cui investire. Scopo della rassegna antologica di San Paolo è stato di documentare la straordinaria ricchezza dell’arte italiana nel periodo rinascimentale, tramite alcuni quadri molto belli di cinquanta celebri pittori (frammisti - a dire il vero - a qualcuno minore). Sono state rappresentate alcune scuole, selezionate fra Firenze, Ferrara, Roma, Urbino, Venezia e Milano con il codazzo dei centri minori Cremona, Bergamo e Brescia.

La prima sezione si apre quasi di dovere con Firenze; la città, infatti, fu la culla del Rinascimento, e da qui prese avvio quella rivoluzione culturale destinata a lasciare un segno imperituro nel panorama artistico italiano ed europeo nel Quattro e nel Cinquecento. In età rinascimentale vi operarono Verrocchio, Botticelli, Michelangelo e molti altri. L’imitazione della natura e quindi del reale divenne il canone estetico fondamentale della cultura fiorentina nel Quattrocento, così che questo modo di concepire la rappresentazione si fece parte irrinunciabile della cultura occidentale. Altro tratto decisivo del Rinascimento fiorentino è la figura dell’artista e il suo ruolo, inteso come capacità creativa che dipende direttamente dalla forza divina.

La seconda sezione è dedicata a Roma, che nel Quattrocento avanzato diviene uno di centri più importanti del Rinascimento. Vi lavorano anche artisti forestieri, come Beato Angelico; il suo trittico con il Giudizio universale fa strabuzzare gli occhi. I primi due decenni del Cinquecento romano proclamano il primato della città eterna. A Roma lavorano anche artisti umbri come Perugino e Pinturicchio, ma le figure di maggiore spicco sono Raffaello e Michelangelo. Se di Michelangelo è esposta una copia, il  più bel quadro della rassegna brasiliana è sicuramente il Cristo benedicente di Raffaello di Brescia (nella foto).

La terza sezione riguarda Urbino, un centro apparentemente piccolo rispetto ad altri, ma è proprio a Urbino che si sviluppa una cultura alternativa a quella delle grandi città. Il tratto peculiare di Urbino è la razionalità matematica, di cui il massimo esponente, in campo pittorico, è Piero della Francesca.

La quarta ci sposta a Ferrara. Centro di propagazione è la corte degli Este. In letteratura cosi come nell’arte figurativa, la storiografia moderna ha coniato il termine di “Officina ferrarese” per indicare il complesso mondo di intellettuali e artisti attivi presso tale corte.

La quinta sezione è dedicata a Milano dove opera Leonardo da Vinci (testimoniato in mostra da un modesta copia). Leonardo fa del realismo delle forme  e dell’avvolgimento atmosferico dei soggetti uno dei suoi marchi di fabbrica.

L’ultima sezione è riservata a Venezia; il quadro più significativo è l’Annunciazione di Giovanni Bellini. Altro sommo protagonista è ovviamente Tiziano, il pittore più internazionale del Cinquecento.

Un paio di considerazioni sul successo dell’iniziativa. Primo, che, a differenza che da noi, in Brasile le mostre non sono inflazionate, pertanto quella del Rinascimento italiano è una assoluta novità. Secondo, che l’arte italiana è per davvero conosciuta ovunque e il Brasile emergente ne ha dato un concreto riscontro.