Il primo Schülerkreis senza Ratzinger. Ma torna Gänswein
Il tradizionale incontro degli allievi si ripete anche dopo la morte del maestro. E il segretario ne indica il messaggio principale per i "tempi difficili": Dio al centro.
Anche quest'anno a Roma si è svolto l'ormai tradizionale Ratzinger Schülerkreis, incontro annuale degli allievi del professore tedesco divenuto Papa, che per la prima volta si sono riuniti senza il maestro.
L'incontro è avvenuto sabato scorso all'Augustinianum, moderato da don Christoph Ohly, docente di diritto canonico a Treviri. Tra gli interventi, quello del cardinale svizzero Kurt Koch e, certamente il più atteso, di mons. Georg Gänswein, l'uomo che negli ultimi vent'anni è stato il più vicino a Ratzinger, fino alla morte. E che da luglio è "esiliato in patria", nella sua diocesi di origine di Friburgo in Brisgovia, non senza portarsi dietro l'eco delle polemiche seguite alla pubblicazione del suo libro Nient'altro che la verità. Tuttavia, niente polemiche in questo breve ritorno, scandito dall'affettuoso ricordo del Papa emerito. Gänswein non è tornato dentro le "sacre mura", in cui non svolge più alcun incarico nemmeno formale, ma si è fermato a pregare nella cripta della Basilica sulla tomba di Benedetto XVI, celebrandovi la Messa insieme agli altri membri dello Schülerkreis.
«L'ex prefetto della casa pontificia ha ricordato i giorni immediatamente successivi alla morte di Benedetto XVI, paragonando quelle immagini ad un film», scrive Nico Spuntoni su Il Giornale. L'intervento di Gänswein all'Augustinianum si è svolto in dialogo con il sacerdote ortodosso e docente a Monaco Stefanos Athanasiou, che lo ha sollecitato a parlare della sua conoscenza di Ratzinger prima e dopo averlo incontrato personalmente e poi assistito in veste di segretario. «L'ex prefetto della casa pontificia ha riconosciuto che quelli attuali per la Chiesa sono "tempi difficili" ma ha elogiato la strada individuata da Benedetto XVI, ovvero quella di rimettere la questione di Dio al centro».