Il popolo muore di fame, Mugabe brinda a champagne
Come ogni anno, anche quest’anno il presidente della Repubblica dello Zimbabwe, Robert Mugabe ha preteso cerimonie solenni e festeggiamenti memorabili per il suo 92° compleanno. Il presidente ha voluto che gli eventi fossero ripresi e trasmessi in tutto il Paese dalla televisione di Stato.
«Happy birthday, mister President!» Buon compleanno! Così hanno salutato il loro presidente i bambini delle scuole di Masvingo il 21 febbraio e poi hanno recitato delle poesie su di lui, scritte per l’occasione. Masvingo è una cittadina del sud est dello Zimbabwe, stremata dalla carestia. Lui è il presidente della repubblica Robert Mugabe che, come ogni anno, ha preteso cerimonie solenni e festeggiamenti memorabili per il suo 92° compleanno; e ha voluto che gli eventi, prima nel palazzo presidenziale della capitale Harare e poi a Masvingo, fossero ripresi e trasmessi in tutto il Paese dalla televisione di Stato.
È carestia sempre, in Zimbabwe, da quando nel 2000 Mugabe, dopo una serie di manovre economiche disastrose, ha mandato letteralmente in bancarotta il Paese confiscando gran parte delle grandi proprietà terriere, con conseguenze rovinose per il settore agricolo e per l’intera economia nazionale. Il 90% della popolazione vive ormai da tempo in condizioni di estrema povertà. Ma quest’anno è peggio del solito per via della siccità che ha dimezzato i raccolti. L’allarme lanciato dal Pam, il Programma alimentare mondiale, è stato confermato di recente dal governo zimbabwano che ha chiesto aiuti urgenti per 1,6 miliardi di dollari sostenendo che l’insicurezza alimentare minaccia circa tre milioni di persone, quasi un quarto della popolazione (altri tre milioni sono emigrati, per lo più in Sudafrica, in fuga dalla fame e dalle repressione violenta del dissenso).
Si capisce, dunque, come mai il primo partito di minoranza, il Movimento per il cambiamento democratico, Mcd, abbia definito «indecenti» le costose celebrazioni organizzate dal partito al governo, lo Zanu-Pf di Mugabe, per il compleanno del suo leader. «Sono indecenti», ha dichiarato un parlamentare dando voce all’indignazione di molti esponenti dell’opposizione, «perché non solo sono costate tanto, ma il governo ha deciso di svolgerle proprio in una delle zone del Paese più gravemente colpite dalla siccità e dalla carestia». Sembra che in tutto siano stati spesi da 800.000 a un milione di dollari – denaro pubblico, ovviamente – più della metà della somma appena chiesta ai donatori internazionali per soccorrere la popolazione in difficoltà. «Quei soldi avrebbero dovuto essere usati per importare del mais ed evitare la carestia a Masvingo e in altre regioni. Lo Zanu-Pf si dovrebbe vergognare», ha commentato Obert Gutu, portavoce dell’Mcd.
Ma i fedelissimi di Mugabe replicano: «I soldi non sono un problema, il contributo che il Presidente ha dato alla storia e allo sviluppo di questo Paese non ha prezzo, è qualcosa che vale molto più del denaro». Masvingo si trova vicino alle rovine di Grande Zimbabwe, un insediamento che fu forse capitale di un antico impero precoloniale Shona, l’etnia di Mugabe. Lì, tra i resti di un passato glorioso, si è svolta una cerimonia a cui hanno assistito decine di migliaia di persone, iniziata con il lancio di 92 palloncini, uno per ogni anno del presidente. Poi Mugabe, che era accompagnato dalla moglie Grace, ha pronunciato un discorso infarcito come suo solito di orgoglio di razza, espressioni di sfida alle ex potenze coloniali, invettive contro l’Occidente e le sue ingerenze. Quest’anno agli argomenti consueti se ne è aggiunto un altro. Il leader ha proclamato, infatti, di non essere disposto ad accettare gli aiuti «immondi e marci» dell’Occidente se condizionati al fatto che lo Zimbabwe accetti di legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso: come se agli aiuti umanitari, d’emergenza, venissero mai poste condizioni.
Quest’anno, protagonisti del ricevimento offerto agli ospiti convenuti sono stati i dolci: tra l’altro, una torta enorme, a cinque strati, con le cifre degli anni del presidente tra il quarto e il quinto strato, un’altra a forma di Africa, e un’altra ancora, del peso di 92 chilogrammi, che riproduceva la più imponente delle rovine di Grande Zimbabwe. L’anno scorso invece, per ordine di Mugabe, al banchetto i piatti più spettacolari erano stati quelli di carne: ne fecero le spese due elefanti, due bufali, due antilopi nere, cinque impala e addirittura un leone, uccisi, cucinati e portati in tavola. Il milione di dollari spesi nel 2015 per accogliere i 20.000 ospiti erano stati prelevati in parte dalle casse statali e in parte estorti alla popolazione. Era circolata voce che persino i contadini più poveri fossero stati obbligati a contribuire e il sindacato degli insegnanti, il Progressive Teachers’ Union, aveva rivelato che gli insegnanti erano stati costretti a sborsare dieci dollari ciascuno.
Nel 2009, per i suoi 85 anni, il presidente, oltre a un banchetto regale – 2.000 bottiglie di champagne Moet & Chandon e Bolliger, annata ’61, 8.000 aragoste, 4.000 porzioni di caviale… – si era concesso un dono speciale: una villa a Hong Kong valutata 4,5 milioni di euro. Mugabe è al potere dal 1980 e il suo partito, lo Zanu-Pf, lo ha appena scelto come proprio candidato alle elezioni del 2018. Data l’età avanzata, si lavora da tempo alla successione: nel suo caso, il tentativo è di preparare la strada, se e quando sarà necessario, non a uno dei figli, ma alla moglie Grace, 50 anni e un ruolo politico sempre più attivo.