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CASERTA

Il Papa: «Il Regno di Dio cambia tutta la vita»

A Caserta, in una terra piena di problemi, il Papa sostiene che non sia sufficiente sapere cosa è il Regno dei Cieli. Occorre, piuttosto, "dare il primato a Dio", cioè: "avere il coraggio di dire no al male, alla violenza, alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri".

Ecclesia 27_07_2014
Papa Francesco

Sabato 26 luglio Papa Francesco si è recato in visita a Caserta, dove tornerà lunedì per incontrare la comunità protestante pentecostale del suo amico pastore Giovanni Traettino. Dopo un dialogo a porte chiuse con i sacerdoti locali che ha esortato a essere insieme creativi e fedeli alla loro identità, ha celebrato la Santa Messa di fronte alla Reggia di Caserta. L’omelia è stata dedicata alla nozione del Regno di Dio, a partire dalle parabole del Vangelo del giorno: una nozione, ha detto il Papa, che non ha nulla di sentimentale e retorico, ma comporta lo sforzo di riconoscere il primato di Dio nella vita di ogni giorno, resistendo alle seduzioni del male.

Le parabole, ha detto il Papa, consistevano di «parole semplici, che tutti potevano capire». «Le similitudini del tesoro nascosto nel campo e della perla di grande valore vedono come protagonisti un povero bracciante e un ricco mercante»: persone diverse, ma entrambe alla ricerca di qualcosa che dia un senso ultimo alla loro vita. «Il mercante è da tutta la vita alla ricerca di un oggetto di valore, che appaghi la sua sete di bellezza e gira il mondo, senza arrendersi, nella speranza di trovare quello che sta cercando». La ricerca è lunga, ma alla fine appare la bellezza, la perla. «L’altro, il contadino, non si è mai allontanato dal suo campo e compie il lavoro di sempre, con i soliti gesti quotidiani». Eppure anche per lui «l’esito finale è lo stesso: la scoperta di qualcosa di prezioso, […] un tesoro».

Queste parabole hanno anzitutto un aspetto psicologico: vediamo nel mercante e nel contadino «la sorpresa e la gioia di aver trovato l’appagamento di ogni desiderio». Questa contemplazione della bellezza e soddisfazione del desiderio profondo del cuore spinge ad agire: «tutti e due non esitano a vendere tutto per acquistare il tesoro che hanno trovato».

Che cosa vuole dirci il Signore mediante queste parabole? «Gesù insegna che cosa è il regno dei cieli, come lo si trova, cosa fare per possederlo». Un aspetto che non ci è forse immediatamente ovvio, ma che è invece molto importante, è che il Signore non ci propone direttamente nessuna definizione o spiegazione del Regno dei Cieli. «Gesù non si preoccupa di spiegarlo». Ci assicura che «il regno dei cieli è vicino»: eppure «non lo fa mai vedere direttamente, ma sempre di riflesso, narrando l’agire di un padrone, di un re, di dieci vergini… Preferisce lasciarlo intuire, con parabole e similitudini, manifestandone soprattutto gli effetti: il regno dei cieli è capace di cambiare il mondo, come il lievito nascosto nella pasta; è piccolo ed umile come un granello di senape, che tuttavia diventerà grande come un albero».

La spiegazione profonda di questo modo di procedere di Gesù, che parla continuamente del Regno dei Cieli ma non ne offre alcuna definizione, sta nel fatto che «il regno di Dio si fa presente nella persona stessa di Gesù». Il Regno dei Cieli è una persona, è Gesù stesso. «È lui il tesoro nascosto e la perla di grande valore. Si comprende la gioia del contadino e del mercante: hanno trovato! È la gioia di ognuno di noi quando scopriamo la vicinanza e la presenza di Gesù nella nostra vita». «Come si trova il regno di Dio? Ognuno di noi ha un percorso particolare. Per qualcuno l’incontro con Gesù è atteso, desiderato, cercato a lungo, come ci viene mostrato nella parabola del mercante. Per altri accade all’improvviso, quasi per caso, come nella parabola del contadino. Questo ci ricorda che Dio si lascia incontrare comunque, perché è Lui che per primo desidera incontrare noi e per primo cerca di incontrarci». In realtà, Dio «si fa trovare anche da chi non lo cerca. A volte Egli si lascia trovare nei luoghi insoliti e in tempi inattesi». Ma in ogni caso «quando si trova Gesù se ne rimane affascinati, conquistati».

Dire però che il Regno dei Cieli sfugge alle definizioni e si sostanzia in un incontro con la persona di Gesù Cristo comporta anche qualche rischio. Potremmo intendere il Regno in un modo puramente sentimentale. Non deve essere così. La presenza del Regno in noi è «una presenza che trasforma l’esistenza e ci rende aperti alle esigenze dei fratelli», a partire dai più poveri, gli esclusi, i diseredati, gli immigrati. Entrare nel Regno vuol dire «lasciare il nostro consueto modo di vivere, talvolta arido e apatico, per abbracciare il Vangelo, per lasciarci guidare dalla logica nuova dell’amore e del servizio umile e disinteressato». Non c’è nessun sentimentalismo. «Su questo punto Gesù è molto esplicito: non basta l’entusiasmo, la gioia della scoperta. Occorre anteporre la perla preziosa del regno ad ogni altro bene terreno; occorre mettere Dio al primo posto nella nostra vita, preferirlo a tutto».

In una terra piena di problemi, il Papa ha affermato che non basta affermare di avere compreso la lezione del Regno per farne davvero parte. Occorre «dare il primato a Dio»: e questo «significa avere il coraggio di dire no al male, alla violenza, alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune. Quando una persona scopre Dio, il vero tesoro, abbandona uno stile di vita egoistico e cerca di condividere con gli altri la carità che viene da Dio». Con un riferimento diretto a problematiche locali, Papa Francesco ha aggiunto che «chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura. Ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata».

Occasione della celebrazione del Papa è stata la festa di Sant’Anna, patrona di Caserta. Il Pontefice ha esortato «a vivere la festa patronale libera da ogni condizionamento, espressione pura della fede di un popolo che si riconosce famiglia di Dio». «Sant’Anna – ha concluso Papa Francesco – forse ha ascoltato sua figlia Maria proclamare le parole del Magnificat: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di bene gli affamati” (Lc 1, 51-53). Ella vi aiuti a ricercare l’unico tesoro, Gesù, e vi insegni a scoprire i criteri dell’agire di Dio; Egli capovolge i giudizi del mondo, viene in soccorso dei poveri e dei piccoli e colma di beni gli umili, che affidano a Lui la loro esistenza».