Il Papa emerito ritorna a parlare
Di tanto in tanto dal Monastero "Mater Ecclesiae" torna a farsi udire la voce di Benedetto XVI, che a 95 anni conferma una lucidità di pensiero e di scrittura a dispetto delle forze fisiche evidentemente declinanti.
L'ultima lettera del Papa emerito è datata 7 ottobre 2022, è in inglese, ed è indirizzata al simposio dedicato alla sua ecclesiologia svolto presso la Franciscan University di Steubenville, negli Stati Uniti, in occasione del X Convegno internazionale della Fondazione Joseph Ratzinger. Padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione, ne ha dato lettura ai partecipanti.
Un tema, per così dire, da "addetti ai lavori", ma che offre ancora una volta l'occasione di approfondire le radici del suo magistero, oltre che della sua opera teologica. Radici che risalgono al lontano 1946, quando – ricorda il Papa emerito – «nessuno pensava a un concilio ecumenico», che all'epoca della convocazione da parte di Giovanni XXIII destò varie perplessità, sul senso e anche sulla possibilità di «organizzare le varie intuizioni e domande nell'insieme di una dichiarazione conciliare», mentre poi il concilio – sostiene il Papa emerito – ha dimostrato che «non solo era possibile ma necessario».
«La mia opera ecclesiologica è stata segnata dalla situazione sorta nella Chiesa tedesca dopo la Seconda Guerra Mondiale», scrive Benedetto XVI. In particolare emerge la definizione della Chiesa come «Corpo mistico di Cristo», che dall'opera di Romano Guardini aveva trovato "ufficialità" con l'enciclica Mystici Corporis di Pio XII, nel 1943. Ratzinger cita le parole di Guardini: «È iniziato un processo di straordinaria importanza. La Chiesa si risveglia nelle anime».
Il pontefice emerito torna alla sua tesi sul santo di Ippona (Popolo e Casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Agostino) e alla dottrina delle due città, specificando che «non si tratta di due enti aziendali, ma delle due forze essenziali della fede e dell'incredulità». «La civitas Dei non coincide semplicemente con l'istituzione ecclesiastica [...] ma la completa spiritualizzazione del concetto di Chiesa, da parte sua, ignora il realismo della fede e delle sue istituzioni nel mondo. Per questo nel Vaticano II la questione della Chiesa nel mondo divenne infine il vero problema centrale».
Benedetto XVI specifica che intende solo dare delle indicazioni in queste tre pagine. Sono dei cenni, ma preziosi anche per i "non addetti" ai lavori, che aprono una finestra su una mente che, nonostante l'età, sa vedere la Chiesa nella sua essenza più profonda, spirituale ma non spiritualista. Una fiaccola accesa sopra il monte che aiuta a dissipare la coltre di slogan orizzontalisti e di una predicazione mainstream che troppo spesso riduce la Chiesa a un'azienda che può cambiare a seconda del CdA.