Il Papa e lo sciamano che non ha paura dell'uomo bianco
Prima dell'udienza generale il Santo Padre ha incontrato l'attivista indigeno Davi Kopenawa.
Davi Kopenawa, sciamano e portavoce del popolo Yanomami ieri ha incontrato Francesco prima dell'udienza generale affinché «interceda con il presidente della Repubblica del Brasile perché lo convinca a far ritirare i cercatori d’oro e gli altri sfruttatori», come riporta Vatican News.
«Non ho paura dell’uomo bianco», ha dichiarato lo sciamano-attivista (intenderà l'«uomo bianco» in senso razziale o si riferisce all'abito papale?), «ma ho tanta paura delle macchine che distruggono la terra e buttano giù gli alberi e creano fossati nel suolo per prenderne i minerali. Ho paura che questa attività estrattiva rovini le nostre comunità, i fiumi, la salute, la nostra sopravvivenza e le nostre stesse ricchezze. Sono preoccupato per il nostro futuro, le prossime generazioni avranno bisogno della foresta».
Nelle sue visite in Italia lo sciamano è accompagnato da fratel Carlo Zacquini, missionario della Consolata, che da mezzo secolo vive con gli Yanomami e spiega: «La loro saggezza può essere dono per la Chiesa universale e per tutti i popoli perché è fatta di spontaneità, profonda fiducia, senso di comunità, capacità di superare le difficoltà, che pure non mancano». Il missionario confida: «Io vorrei avere tanta fede quanta ne hanno loro». Che di fede ne avranno, sì, ma quella animista.