Il nichilismo alla Toscani cancella la tradizione
In un commento radiofonico il famoso fotografo si augurava l'azzeramento di ogni dato presente su Internet per ricominciare la storia da zero. È il sogno di ogni dittatore, ma anche di tanta gente oggi, figlia della generazione che ha cancellato i padri (e i nonni).
Caro direttore,
la mia famiglia non ha mai comprato prodotti Benetton, per il semplice fatto che ci sembrava immorale contribuire alla ricchezza di una azienda che basava la propria pubblicità sulle disgrazie altrui, con il contributo cinico del fotografo Oliviero Toscani.
Pochi gorni fa, trovandomi da solo in auto, sentivo RadioRai e, ad un certo punto, è stata annunciata una trasmissione intitolata cinicamente “Non sono obiettivo”, il cui protagonista è proprio quel fotografo. Si era nelle ore dominate dalla notizia secondo la quale alcuni pirati del web erano entrati massicciamente nei sistemi informatici di importanti aziende e delicate istituzioni. Ebbene, l’ineffabile Toscani si è detto contento per quanto era avvenuto: anzi, si augurava che il fenomeno arrivasse ad azzerare ogni dato, in modo che la storia potesse ricominciare da zero.
Sono rimasto allibito, perché ho pensato che quello è il sogno di ogni vero dittatore. Pol Pot voleva annientare metà del popolo cambogiano, in modo da poter dar vita ad una nuova società perfetta, senza gli errori della storia passata. Ma tutta la storia comunista si è sviluppata sulla base di questa utopia, con i risultati disastrosi che conosciamo. Il fascismo, in Italia, ha preteso di ridatare gli anni della storia, facendola cominciare dall’avvento di quel regime. La rivoluzione francese aveva tentato la stessa cosa. Il nazismo, atrocemente, avrebbe voluto annientare un intero popolo, per ripartire da zero senza remore verso i propri disumani progetti. Azzerare la storia è sempre stato l’ideale dei mitomani.
Nei nostri tempi, il sogno di Toscani non è così lontano dal pensiero di tante persone, soprattutto quelle più malate di intellettualismo astratto. Quanto avvenuto nel 1968, in fondo, ha ottenuto il risultato di far fuori la figura del padre (e, aggiungo io, del nonno) e con esso la tradizione, che è essenziale per capire il presente. Con l’associazione dei NONNI2.0 abbiamo constatato che oggi occorre ricostruire il rapporto tra le generazioni, per il semplice fatto che ciascuno di noi non viene dal nulla, ma è stato creato lungo l’evolversi di una storia, che costituisce un elemento essenziale per capire veramente chi siamo.
Il desiderio di partire da zero, in fondo, costituisce un altro modo di sostituirsi a Dio, nella presunzione che noi saremmo più bravi a sviluppare una nuova storia senza errori. Questa demoniaca utopia vuole, a tutti i costi, ignorare una delle verità più evidenti proclamate dalla Chiesa Cattolica e cioè che ogni uomo ha dentro di sé un limite strutturale, che viene chiamato sinteticamente “peccato originale”. Sulla base di questo dato di fatto, noi commetteremmo gli stessi errori di sempre, anche se potessimo (ma non è possibile) ripartire da zero.
Caro direttore,
la verità è che il cinismo ed il nichilismo di oggi vogliono tagliare ogni tradizione, rendendo così definitivo l’individualismo già imperante. Vogliono renderci più soli e, quindi, più disperati. Tocca a noi cristiani recuperare, anche culturalmente, le dimensioni della tradizione e della comunità. Mi pare che anche molti cattolici siano molto distratti su questo punto.