Il nazionalismo indù si radicalizza contro i cristiani
Cresce l'intolleranza religiosa in India. Oltre ad un nuovo caso di conversione forzata all'induismo, si arriva ad uccidere i cristiani pur di proteggere le vacche, considerate animali sacri.
India. Un nuovo caso di cristiani arrestati per reato di conversione forzata è stato segnalato dal Gcic, il Consiglio dei cristiani indiani. Due donne, appartenenti a una comunità pentecostale, sono state fermate da un gruppo di nazionalisti indù e consegnate alla polizia il 6 settembre, nello stato sud occidentale del Karnataka. L’accusa è di aver approfittato dell’assenza degli uomini per entrare in alcune case indù e cercare di convertirne gli abitanti. Per fortuna le due donne non sono state trovate in possesso di materiale religioso probito e alla fine sono state rilasciate. Ma l’episodio si inserisce in un contesto di crescente intolleranza nei contronti della fede cristiana, spiega il presidente del Gcic, Sajan k. George: “Basandosi su semplici sospetti gli attivisti nazionalisti indù catturano, interrogano e intimoriscono i cristiani. La crescente intolleranza religiosa sta prendendo forme violente”. Ne sono una prova i Gau Rakshas, i volontari armati in difesa delle vacche, sacre per gli indù, che per proteggere gli animali non esitano a uccidere e ormai arrivano ad indagare su che cosa mangia la gente. L’India è al quindicesimo posto nell’elenco 2017 dei paesi in cui i cristiani sono più perseguitati.