Il miracolo dello stravedamento
Si chiama ‘stravedamento’: si vede quello che normalmente sembra non esserci e che pure ci circonda. Capita anche con le persone. Non appare solo il loro volto, vieni condotto oltre, a intravvedere uno spazio inconsueto.
Un giorno di stravedamento. È accaduto e continua ad accadere dopo una tornata di pioggia fitta e di vento forte, che svuotano l’aria e liberano l’orizzonte. Sul filo limpido della laguna appare il miracolo dei monti in linea uno dopo l’altro su un vasto anfiteatro, dapprima con il profilo netto dei Colli, che hai l’impressione di poter raggiungere in barchetta attraversando il canale; poi con le grandi montagne dalle creste innevate, chiarissime al sole che splende. Quest’ultima volta si potevano vedere anche i costoni dei monti e quasi le strade che salivano e scendevano, fino a immaginare case e persone. La gente di qua lo chiama ‘stravedamento’: si vede oltre, si vede lontano, si vede quello che normalmente sembra non esserci e che pure ci circonda.
Non è solo un fenomeno fisico. Capita anche con le persone, alcune in particolare. Incontrandole, non appare solo il loro volto, il carattere, la parola, il gesto; vieni condotto oltre, a intravvedere uno spazio inconsueto, a percorrere i passi di una profondità sconosciuta ma reale. Nel tempo del Natale, la liturgia, i suoi ritmi, le moltissime persone che vengono una ad una o a grappoli in chiesa e diventano un popolo numeroso, i canti, i racconti del Vangelo, e anche i presepi, gli sguardi, gli auguri, i regali, i silenzi, il freddo e le piogge, le rapide uscite di città e la riscoperta di amici e parenti: tutto questo e altro ancora conduce a vedere oltre, a vedere di più.
Conduce al Mistero che ci è venuto incontro e si svela nel volto del Bambino Gesù e della Madre Maria e di Giuseppe e degli Angeli e dei pastori e degli occhi dei bimbi che guardano e domandano. L’amicizia rivela il contenuto che la abita e la mantiene fedele anche là dove accade l’allontanamento della morte, che introduce a un dialogo più vero e intenso. Lo sguardo non viene impedito dalla lontananza del tempo, né dalla distanza dello spazio. Si vede oltre non solo per la brillantezza degli occhi fatti nuovi, ma perché realmente il Mistero si fa vicino. A poco a poco impariamo a guardare anche le cose e le persone dei giorni feriali: i bimbi e le famiglie che tornano; quanti ci accolgono nella visita in casa; i malati della rianimazione, immoti nel loro respiro a segnare con decisione l’apertura verso l’oltre. Colui che ci ama, ci ha creati per vivere una vita grande. Non solo ci dona la grazia dello stravedamento, ma Egli stesso ‘stravede’ per noi, come un padre e una madre per i figli. "Si dimentica forse una donna del suo bambino? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, Io non ti dimenticherò mai!" Questo nostro frammento di umanità brilla della grazia dell’Amore infinito che è venuto a toccarlo.