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L'ANTIDOTO

Il miracolo del crocifisso

Nel 1728 Antonio Bucchi, argentiere romano, testimone di un fatto prodigioso nella sua bottega...

Cultura 07_04_2012
crocifisso
«Un argentiere romano, Antonio Bucchi, raccontò infatti che nel 1728 erano venuti nella sua bottega due ebrei, Vitale e Beniamino Campagnano, per fondere diversi oggetti di argento, tra i quali vi era un crocifisso. Bucchi li aveva sgridati e aveva domandato loro come avevano avuto quel crocifisso, ma gli ebrei gli risposero sgarbatamente che non dovevano renderne conto a lui e gettarono il sacro manufatto nel bagno di piombo liquefatto contenuto in una fornace, per farlo sciogliere con gli altri oggetti d’argento.

Ma il crocifisso non solo non si sciolse, ma fece indurire “come un marmo” tutto il bagno di piombo, senza che ci fosse modo di liquefarlo di nuovo aumentando la quantità di fuoco sotto la fornace. Allora Bucchi rifletté che il crocifisso era stato gettato dalla mano degli ebrei e che forse questi avevano compiuto “qualche superstiziosa malìa”; decise perciò di gettare nella fornace una palma benedetta e soltanto allora il bagno riprese a squagliarsi e così tutto l’argento. Del “miracolo” del crocifisso l’argentiere fece una precisa relazione al collegio della sua arte, citando diversi testimoni del fatto “così stupendo”». (Marina Caffiero, Legami pericolosi. Ebrei e cristiani tra eresia, libri proibiti e stregoneria, Einaudi 2012, pag. 202).