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OCCHIO ALLA TV

Il merito di Socrate

Esordio per "Socrate - Il merito in tv" (Rai 1). Negli obiettivi di chi l’ha pensato, il programma vorrebbe essere “interamente dedicato a chi, grazie alle proprie capacità, si è affermato nella vita”: portare in televisione i protagonisti è un modo per premiare la meritocrazia. Nel Paese del nepotismo e della raccomandazione, l’idea poteva anche essere buona, ma c'è troppa retorica.

Occhio alla Tv 08_02_2012

Le trasmissioni televisive buoniste a tutti i costi destano sempre qualche perplessità, a partire dalle intenzioni degli autori, quasi mai disinteressante e sempre orientate a ottenere audience. Non sfugge a questa considerazione “Socrate – Il merito in tv” (Rai1, martedì ore 21.10), che ha debuttato in via sperimentale sotto la guida di Tiberio Timperi, affiancato da Sofia Bruscoli.

Negli obiettivi di chi l’ha pensato, il programma vorrebbe essere “interamente dedicato a chi, grazie alle proprie capacità, si è affermato nella vita”: portare in televisione i protagonisti è un modo per premiare la meritocrazia. Nel Paese del nepotismo e della raccomandazione, l’idea poteva anche essere buona ma troppa retorica, almeno nella prima puntata, ha condito il piatto di portata.

L‘esordio ha visto tra gli altri la presenza di Giancarlo Giannini, chiamato a leggere alcuni passi di brani legati sia al merito che al perdono. Hanno poi preso parola Vittorio Feltri e Giovanni Bachelet, mentre la parte musicale è stata affidata alle esibizioni di Al Bano, Gigliola Cinquetti, Loredana Errore e Ornella Vanoni. Ad accompagnarli, l’orchestra diretta dal maestro Leonardo De Amicis e composta dai migliori allievi dei conservatori italiani, anch’essi un’eccellenza.

Perché la scelta di Socrate? Secondo gli autori “è il simbolo del merito: non ha scritto nulla ma il suo pensiero è stato fondamentale per lo studio degli altri filosofi”. Forse non era il caso di scomodare il grande pensatore per imbastire tanta prosopopea intorno a un concetto che sembra scontato dappertutto, tranne che da noi: si premia il merito, non la faccia tosta o le conoscenze “giuste”.