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Il "medico" abortista rischia la pena di morte

Il Gran Giurì dice che ha sulla coscienza una donna e 7 bimbi fra le 24 e le 32 settimane di età: li ha fatti nascere e smembrati con le forbici.

Attualità 04_03_2011
Kermit Gosnell
 
Ora - riporta The Washington Times - Kermit Gosnell [nella foto] rischia la pena di morte. L’uomo - pare infatti che chiamarlo medico sia proprio da temerari -, 70enne, è stato incriminato a fine gennaio a Filadelfia assieme alla moglie Pearl (49 anni) e a nove collaboratori per avere provocato la morte di una donna e di sette bambini. Sul suo capo pesa dunque l'imputazione di omicidio e di infanticidio multiplo, reati che in Pennsylvania vengono puniti mediante iniezione letale.

Gosnell è noto per la sua specializzazione in aborti tardivi, che pratica disinvoltamente da circa 30 anni. Titolare della Gosnell West Philadelphia Women’s Medical Society, la “clinica degli orrori” ora chiusa dalle autorità, l’uomo viene accusato adesso di avere procurato la morte, alla fine del novembre 2009, di Karnamaya Mongar - 41enne di Woodbridge, in Virginia, immigrata dal Buthan -, che a lui si era  rivolta per ottenere un aborto tardivo dopo che due cliniche, una in Virginia e l’altra nella città di Washignton, ne avevano respinto la richiesta. La donna sarebbe quindi deceduta a causa di una overdose di anestetici somministratale da Gosnell, denunciato poi da un membro della sua équipe.

Poi però ci sono i sette bimbi. Di età compresa fra le 24 e le 32 settimane di gestazione: cioè ancora in quei grembi delle loro madri da cui sono stati estratti vivi, appositamente vivi - questa l’accusa - durante operazioni d’interruzione di gravidanza (nello Stato della Pennsylvania l’aborto è illegale dopo la 24 settimana e comunque la maggior parte delle cliniche si rifiuta di praticarlo dopo la 12sima settimana di vita del feto) per poi essere finiti a colpi di forbici. In questo modo Gosnell avrebbe infatti rescisso loro la colonna vertebrale. Del resto l’irruzione dell’Fbi nella clinica che ha portato all’incriminazione da parte del Gran Giurì ha messo gli agenti di fronte a scene da vero incubo (fotograficamente documentate nelle quasi 300 pagine della memoria d'accusa). Fra apparecchiature obsolete e disordine ovunque, sparsi per tutti i locali sono stati trovati recipienti ricolmi dei piedi amputati dei bimbi uccisi, contenitori di varia natura - da brocche per il latte a vasi per il cibo dei gatti - e sacchetti con stoccati feti abortiti. Dappertutto, mobili e pavimenti erano macchiati di sangue e di urina rendendo l’aria irrespirabile. Del resto, parecchio del personale fermato in quello che il rapporto del Gran Giurì definisce un «ossario per bambini» era privo di licenza professionale.

Davanti a tanta crudeltà, l’arcidiocesi cattolica di Filadelfia ha definito quelle «ripetute azioni […] ripugnanti e intrinsecamente malvage nel loro disprezzo per la vita del nascituro e il benessere delle donne». Peraltro, secondo il procuratore distrettuale R. Seth Williams è possibile tra il 1979 e il 2010 centinaia di altri bimbi siano morti nella clinica in modi forse analoghi.
L’avvocato di Gosnell, Jack McMahon, pare peraltro non preoccuparsi granché. Dice che seppure il suo cliente venisse condannato alla pena capitale, ora che questa venisse portata a termine egli, data l’età, sarebbe già bell’e morto…