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Il Mandato zero. La nuova matematica a 5 Stelle

Luigi Di Maio, per aggirare la regola pentastellata sul doppio mandato, decide di chiamare il primo incarico “Mandato zero”. Ma vale solo per i consiglieri comunali, precisa… Un po’ come padre Spadaro che cinguettò che «2+2 in Teologia può far 5». Due notiziole che ricordano un tratto comune alle ideologie: non voler riconoscere il reale.

Editoriali 24_07_2019

Il Ministro alla Matematica Luigi Di Maio ha inventato il Mandato zero. Come è noto il Movimento 5 Stelle ha imposto ai propri militanti il divieto di ricandidarsi dopo due mandati. Ora però i grillini si sono accorti che un terzo mandato farebbe assai comodo. Se il politico Rossi ha ricevuto per due mandati una valanga di voti perché  rottamarlo? Il Movimento perderebbe voti solo per una regoletta tanto demagogica quanto stupida.

Di certo non ci si poteva sbugiardare pubblicamente decidendo di cambiare idea sul doppio mandato e dall’oggi al domani dichiarare che i politici targati M5S potevano accedere a un terzo mandato. Dunque che fare? Soluzione geniale: chiamiamo il primo mandato “Mandato zero”. In tal modo il secondo mandato reale diventa, applicando la matematica grillina, il mandato numero 1, e il terzo mandato reale diventa il mandato numero 2. Davvero c’è qualcuno che in politica dà i numeri. Tutto questo, tiene a precisare Di Maio nel video in cui fa i conti della serva ai mandati, vale solo per i consiglieri comunali e di municipio. Va da sé che a seguir questa logica matematica ci potrà essere anche un quarto, quinto ed ennesimo mandato: basterà chiamare il Mandato zero “Mandato meno 1”, il mandato 1 “Mandato zero”, il mandato 2 “Mandato 1”, il mandato 3 “Mandato 2”.

La soluzione alla Einstein proposta dal leader grillino si potrebbe applicare con successo a moltissimi altri problemi. Non riesci ad arrivare alla fine del mese? Basta decidere per legge che ogni mese dura 20 giorni. Hai la febbre alta? Sostituiamo nei termometri la cifra 40 con 36. Lo stesso dicasi per il surriscaldamento globale. Vuoi vivere cent’anni? Inizia già ora ad aggiungere 20 anni alla tua età oppure potremmo accorciare l’anno solare a tutti noi. Vuoi essere più alto? Ecco una bella legge che ti permette di aggiungere centimetri a piacimento sulla tua carta di identità (d’altronde è già permesso con il sesso di appartenenza).

C’è un’altra notizia che fa il paio con quella del “Mandato zero”. Padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, lo scorso gennaio così cinguettò su Twitter: «La Teologia non è Matematica. 2+2 in Teologia può far 5 perché ha a che fare con Dio e la storia...». Dunque se due mandati sono uguali a tre è ovvio che anche due più due può fare cinque e non solo in teologia. Cosa ci dicono queste due notiziole, perché alla fine sono tali? Che la realtà è andata a farsi benedire, scalzata dagli interessi personali, che l’oggettività è stata sostituita dalla soggettività, che il riconoscimento di un fatto è stato rimpiazzato dall’invenzione di un fatto. Cosa c’è di più oggettivo dei numeri (lasciamo qui da parte tutte le sofisticate argomentazioni dei matematici)? Il numero serve per misurare la realtà, se non riconosci che 1=1, ma vuoi che 1 sia uguale, a seconda dei casi, a 2 o 3 allora anche la realtà cambierà a seconda del valore che assegnerai ai numeri. E così tre mandati potranno valere due e 2+2 farà cinque.

Uno dei tratti salienti di ogni ideologia è quello di non voler riconoscere umilmente il reale per quello che è, di non volerlo rispettare, di non voler conoscere l’intima sua struttura, né di seguirne le regole, bensì l’ideologia vuole applicare al reale un proprio costrutto mentale e se il reale si ribella, allora le fa guerra. E così non è vero che le persone sono maschi o femmine, ma i sessi sono infiniti. Non è vero che nel ventre di una madre c’è un bambino, ma solo un grumo di cellule. Non è vero che sono pochi i rifugiati tra i migranti, ma tutti i migranti scappano da miserie e guerre. Non è vero che 2+2 faccia sempre 4, ma a volte può dare come risultato 5.

Aleksandr Solženicyn raccontò nel suo Arcipelago Gulag che una volta l’intellighenzia del Partito comunista chiese ai compagni ingegneri quante persone in media potessero stiparsi in un vagone passeggeri. Gli ingegneri fecero i loro calcoli, ossia investigarono la realtà, la interrogarono, e presentarono i risultati ai compagni di partito. Questi inorridirono. Ma come?! Così poche persone possono contenere le carrozze dei treni della valorosa Madre Russia?! Ma non sapete voi che questi treni sono i migliori al mondo?! Risultato: gli ingegneri finirono nei gulag insieme ai loro calcoli e nei treni russi continuarono a stiparsi il numero esatto di persone conteggiato dagli ingegneri. Se il risultato non ti aggrada, basta cambiare a piacimento il risultato.

2+2 per qualcuno farà pure cinque, ma nella realtà continuerà a dare 4