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CORTE SUPREMA USA

Il linciaggio anti-cristiano di Amy Coney Barrett

La nomina di Amy Coney Barrett, giurista e giudice cattolica e madre di sette figli, ha sollevato un vespaio di polemiche negli Usa. Non tanto e non solo sull'opportunità di una nomina alla fine del mandato di Trump e alla vigilia delle elezioni, ma proprio un attacco alla fede cattolica della giudice suprema nominata. E la Chiesa cattolica americana tace, solo i protestanti la difendono

Libertà religiosa 29_09_2020
Amy Coney Barrett

I Dems americani gettano la maschera, attacchi a testa bassa contro la cattolica Amy Coney Barrett e parte un boicottaggio totale verso i cittadini e le stesse istituzioni che chiedono di governare. I leader religiosi cristiani a difesa, dalla Chiesa cattolica americana un silenzio che lascia interdetti. Cosa accadrà (se ci sarà) al primo confronto pubblico di domani tra Trump e Biden?  Con precisione e cura il nostro Ermes Dovico ha scritto della nomina di ACB dello scorso sabato; tale nomina era stata preceduta da un livore anti-cattolico senza precedenti nella storia americana.

Da venerdì scorso la bufera contro la candidata alla carica di Giudice della Corte Suprema USA, le cui audizioni inizieranno il prossimo 12 ottobre, si è scatenata con un fuoco di fila barbaro e incivile. La tattica dei Dems e della gran parte dei mass media statunitensi è stata molto semplice, alzare il fuoco contro ACB per nascondere il primo esito delle indagini sul coinvolgimento di Obama, Biden e del figlio di quest’ultimo in quello che si preannuncia come il più devastante scandalo di conflitto di interessi, guadagni illeciti da Russia e Ucraina e uso improprio dell’FBI per impedire la vittoria di Trump o minarne gli anni di Presidenza e proseguire la campagna di delegittimazione verso il nemico da abbattere evitando confronti e risposte sui propri intenti di governo, accusando Trump di mentire. Se ancora nella giornata di venerdì una Coalizione bi-partisan di Avvocati e Procuratori Generali statali si era opposta a qualsiasi e stravagante idea dei Dems di modificare radicalmente, una volta vinte le elezioni, la composizione ed il mandato della Corte Suprema, già poche ore dopo la nomina ACB la si accusava di aver illegalmente adottato (cioè comprato) i due figli haitiani e di appartenere ad una setta cattolica (People of Praise) che odia le donne. Da sabato scorso il poi un fiume di fango, insulti e malignità indegni di qualunque società civile e tanto più di un partito che chiede il voto per governare, ha travolto ACB.

Kamala Harris, candidata alla Vice Presidenza dei Democratici, ha evocato lo spirito della defunta Ginsburg e ribadito la sua opposizione totale, Biden non ha evitato la gaffe di ribadire il suo desiderio di nominare un giudice donna e nero (ma evidentemente non una mamma con due figli di colore), i Senatori Dems dichiarato la loro intenzione di non partecipare alle audizioni ed al voto di conferma di ACB, nel tentativo di delegittimarne la nomina. Irresponsabilità politica ai massimi livelli. Negli stessi giorni, i giganti multinazionali dell’aborto (omicidio del nascituro) che hanno dato manforte e forse ispirato o ricatttato, visti i cospicui finanziamenti, le posizioni Democratiche sono scesi in campo. NARAL, IPPF, Center for Repruductive Rights e Human Rights Campaign hanno chiesto opposizione dura e boicottaggio compatti. Non ci sono ormai dubbi sulle competenze e il supremo profilo della candidata cattolica, lo ha dovuto ammettere persino il Los Ageles Times nel suo editoriale di domenica, lo ha ribadito persino il Professore di Harvard Noah Feldman (uno dei più accaniti sostenitori dell’impeachment a Trump). Rimane però un problema insormontabile per i Dems e la gran parte dei massmedia americani: ACB è cattolica, è madre, è pro life e pro family. Ancora lunedì il NYT riportava una serie di editoriali perniciosi, il più ridicolo dei quali tentava di presentare la contrarietà del cattolicesimo verso le società ed i principi liberali, ovviamente dimenticandosi di San Giovanni Paolo II, della Centesimus Annus e del Magistero Sociale della Chiesa.

In tutto ciò, in questi di giorni di lapidazione pubblica, la Conferenza Episcopale Cattolica USA è stata scandalosamente silente. Certo hanno applaudito alla pubblicazione dell’Ordine Esecutivo di Trump, pubblicato lo stesso giorno della nomina di ACB, che prevede l’obbligo di cura a tutti i bimbi nati prematuramente o nati vivi dopo un aborto, ma non si è spesa una sola parola in difesa o in sostegno di ACB. Non così, grazie al Cielo, né i leader delle Chiese Pentacostali Nere degli USA che hanno protestato contro la furia anticattolica verso ACB e dichiarato di essere schierati al suo fianco, né Billy Graham e i più carismatici leaders evangelici che con lettera pubblica hanno promosso la scelta di Trump e dichiarato totale sostegno alla candidata cattolica. Trump è dovuto intervenire personalmente nella serata di domenica per stigmatizzare la violenza intollerabile ed “incredibile” verso ACB. Le parole dei politici nei momenti di tensione, noi italiani lo abbiamo capito sulla nostra pelle, sono come pietre. I semplici fatti quotidiani raccontano della moltiplicazione di atti vandalici e blasfemi, decapitazione di statue, incendi nelle chiese cattoliche americane, al punto che è stata chiesta una indagine ufficiale del Ministero di Giustizia contro i promotori di questa "cattolicofobia".

Dai Dems non una parola di scuse, piuttosto altri passi verso l’ignoto ed irresponsabile futuro: "boicotteremo le audizioni del Senato di ACB" per delegittimarla (e con ella l’intera Corte), invitiamo Biden a non partecipare ad alcun dibattito televisivo con Trump (boicottando la trasparente informazione dei cittadini elettori)’. Ovvero, elimina Cristo dalla vita pubblica e così apri la strada ad un nuovo totalitarismo.