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L'EDITORIALE

Il Gran Maestro e i suoi discepoli

Sarà sicuramente un caso, una curiosa coincidenza, ma l’offensiva sui giornali e in Parlamento contro i presunti privilegi della Chiesa cattolica in fatto di fisco è scattata subito dopo la discesa in campo della Massoneria.

Editoriali 30_08_2011

Sarà sicuramente un caso, una curiosa coincidenza, ma l’offensiva sui giornali e in Parlamento contro i presunti privilegi della Chiesa cattolica in fatto di fisco è scattata subito dopo la discesa in campo della Massoneria. Accade infatti che il 19 agosto Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, si lanci in dichiarazioni piene di struggimento per il popolo italiano costretto a gravi sacrifici a causa della crisi economica. Ragion per cui non possono più essere ammesse “esenzioni feudali né privilegi di casta che hanno il sapore di un autentico insulto alla povertà e a milioni di italiani che lottano quotidianamente per far fronte a difficoltà di ogni tipo”.

E chi sarebbe a godere di esenzioni feudali e privilegi di casta? All’inizio il Gran Maestro cita politici e calciatori, ma si capisce subito che è soltanto un paravento perché poi il comunicato punta dritto sul vero obiettivo: la Chiesa cattolica, a cui va tolta l’esenzione dall’Ici “per i beni immobili non destinati al culto”, e inoltre va congelato “l’8 per mille per tre anni fino al raggiungimento del pareggio di bilancio”. “Non siamo certo nostalgici delle leggi Siccardi che abolirono i privilegi del clero  - quasi si scusa Raffi – né presi da furore giacobino, ma chiediamo giustizia ed equità sociale. Chi ha di più, apra i cordoni della borsa e dia l’esempio”.

Sarà un caso, dicevamo, ma contemporaneamente si scatenano su Internet gli “indignados” contro i presunti privilegi della Chiesa. Come abbiamo già abbondantemente dimostrato nei precedenti articoli dedicati all’Ici e a quello di oggi sull’8 per mille, gli argomenti di questi nuovi farisei sono palesemente falsi. Ma di facile presa popolare. E così si propagano e fanno mentalità.

Ovviamente i grandi giornali e i soliti politici fanno a gara per un posto in prima fila nell’attacco alla Chiesa. Chiaro, si tratta sempre e soltanto di una coincidenza, ma lo stesso giorno, 19 agosto, i radicali annunciano un emendamento alla manovra per “escludere qualsiasi esenzione sull’Ici per gli immobili che svolgono attività commerciali, indipendentemente da eventuali finalità di culto”. In pratica è la stessa proposta di Raffi, detta in altro modo. E dietro ci va gran parte del Partito Democratico.

Certo sempre per caso, il 20 agosto La Repubblica, dando grande risalto all’iniziativa dei radicali dedica un ampio servizio per spiegare che “la Chiesa si tiene 3 miliardi di euro”. Ancora più subdolo: il servizio accompagna un altro articolo che dà conto della denuncia contro l’evasione fiscale fatta dal presidente dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco. Come a dire: non solo ladri, anche ipocriti. Ovviamente La Repubblica non si ferma qui: essendo un giornale popolare, il giorno dopo – 21 agosto – ci informa di come tutto il popolo di Facebook voglia la stessa cosa. Il titolo dice tutto: “Tasse, web in rivolta contro la Chiesa”.

Finisce Repubblica e, come in un concerto ben organizzato, comincia il Corriere della Sera, seppure con stile ben diverso, quale si addice a un quotidiano di così alto lignaggio. E non scrive un redattore qualsiasi, ma un suo editorialista di punta, Aldo Cazzullo, che - mettendo insieme le tasse con la GMG di Madrid e il Meeting di Rimini - chiede alla Chiesa di fare il bel gesto di rinunciare ai suoi privilegi. Ovviamente lo scopo è dare ancora più forza alla testimonianza della Chiesa di cui noi tutti abbiamo così tanto bisogno.

L’articolo di Cazzullo è per nove decimi tutto un esaltare la “leadership morale del cardinale Bagnasco”, “l’autorevolezza” dei suoi interventi. Denunce condivisibili di cui l’Italia ha bisogno, dice Cazzullo. Ma certo il richiamo “sarebbe ancora più forte se accompagnato da un gesto”. Ed ecco dove si voleva andare a parare: “E’ innegabile che la Chiesa in Italia goda di un regime fiscale agevolato, anche in alcune sue attività commerciali, certo legittime, ma inevitabilmente in concorrenza con piccoli imprenditori che le tasse devono pagarle tutte”. E se lo dice uno che ammira così tanto la Chiesa c’è quasi da credergli. Non aspettate che sia lo Stato a deciderlo, dice Cazzullo, sarebbe così inelegante e umiliante: meglio fare un gesto volontario, una sorta di eutanasia. In fondo è il sogno di ogni tiranno: che gli oppositori si tolgano di mezzo da soli, si suicidino.

Davvero curioso come tanti giornalisti e politici importanti siano così male informati su Ici e 8 per mille. Se quando scrivono e legiferano sono sempre così ben preparati c’è proprio da aver paura.  Ed è davvero curioso come certi articoli e proposte di legge scattino in coincidenza delle parole del Gran Maestro.

Già, in fondo è anche normale: se c’è un Gran Maestro ci devono essere per forza anche dei discepoli.