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IL CASO

Il governo mette la fascia tricolore sulle nozze gay

Un Dl impone la fascia tricolore ai sindaci che registrano le Unioni civili equiparandole ai matrimoni. Ma non erano solo "speciali formazioni sociali"? L'inganno in forma di abuso della legge è passato in sordina. E' proprio vero che più grande è il potere, più pericoloso l'abuso. 

Editoriali 20_10_2016

Il grande imbroglio della legge sulle Unioni Civili, altrimenti detta Cirinnà, si arricchisce di un nuovo particolare. A conferma che quella del simil matrimonio è soltanto ormai una pia illusione sta la decisione del governo di imporre la fascia tricolore ai pubblici ufficiali che lo registreranno. Non è una richiesta, ma una precisa disposizione del Governo che per essere sicuro di non confondere le nozze con le unioni civili ha messo per iscritto l’obbligo in un decreto legislativo che ora è al vaglio del Parlamento per il parere.

Nulla di nuovo, verrebbe da dire, o meglio: era evidente a tutti che la legge Cirinnà avrebbe equiparato le coppie gay agli sposi, soltanto alcuni esponenti della maggioranza, leggi Alfano e il suo partitino, si ostinavano a rivendicare di aver fermato il matrimonio gay. Ma ciò che speravano di aver tenuto fuori dalla porta è entrato agevolmente dalla finestra senza neanche tanti troppi scrupoli. Una prova in più, se vogliamo, che l’arroganza del governo sta raggiungendo vette di incommensurabili proporzioni e le mosche cocchiere al suo seguito sono soltanto utili idioti per la causa.

Hai voglia ora a definire le coppie unite civilmente come una formazione sociale perché la fascia tricolore spetta al sindaco o a un membro di giunta o ufficiale di stato civile quando svolge le sue funzioni nei matrimoni o nelle cerimonie ufficiali. Ha dunque, come stabilì una circolare dell’allora ministro degli Interni Jervolino, un’alta valenza simbolica che “richiama tangibilmente nell'immaginario collettivo il principio costituzionale dell'unità ed indivisibilità della Repubblica”.

Ora, le Unioni civili sono “speciali formazioni sociali” e non un matrimonio. Eppure il governo con quell’obbligo imposto ai primi cittadini ha praticamente chiuso la questione equiparando ciò che neppure la legge esplicitamente dice. Una prassi che i sindaci in questi mesi hanno pensato di anticipare presentandosi in favor di telecamere con tanto di fascia tricolore per le prime Unioni civili. Se non è arroganza questa…

A protestare per la violazione di legge sono stati i due senatori di Idea Carlo Giovanardi ed Eugenia Roccella, gli unici, pare ad accorgersene. Nel Decreto Legislativo trasmesso il 5 ottobre al Parlamento per il parere, il Governo ha proposto "l'obbligo dell'ufficiale di stato civile di indossare la fascia tricolore, oltre che per la celebrazione del matrimonio anche per la costituzione dell'unione civile".

“E' un vero e proprio imbroglio, perché la legge sulle unioni civili le definisce all'articolo 1 comma 1 "speciali formazioni sociali" ai sensi dell'Articolo 2 e 3 della Costituzione, che nulla hanno a che fare con il matrimonio tra uomo e donna dell'articolo 29 della Costituzione, e l'ufficiale di stato civile non deve certamente indossare la fascia tricolore per analoghi provvedimenti come il rilascio di un documento di identità o l'iscrizione all'anagrafe di un nuovo nato", dicono i due parlamentari denunciando quella che è a tutti gli effetti una forzatura “di un Governo che, dopo aver imposto la questione di fiducia al Parlamento sul Disegno di Legge Cirinnà, punta alla totale equiparazione con il matrimonio, per arrivare all'adozione dei bambini ed al loro assemblaggio ed acquisto attraverso l'odiosa pratica dell'utero in affitto”.

Insomma: dopo tanto strepitare sulle unioni civili che non sono matrimonio, è passato un codicillo per imporre un provvedimento destinato a contare nella sua valenza simbolica più delle leggi. E che farà passare nell’immaginario le formazioni sociali speciali di coppie omosessuali come sposi a tutti gli effetti. E tutto questo senza troppa fatica da parte di un governo che ormai fa il bello e il cattivo tempo su tutto. Se fosse una favola di Esopo a questo punto ci sarebbe la morale. Governo volpe o leone? Fate voi. Di sicuro ci tocca attingere ad una massima del Cicerone inglese Edmund Burke: “Più è grande il potere, più pericoloso l’abuso”.